Roberto Vecchioni è uno degli ospiti della puntata di Canzone segreta in replica questa sera su Rai1. Canterà per Marco Tardelli Sogna ragazzo sogna, uno dei singoli estratti dall’album omonimo del 1999 che Tardelli considera un vero e proprio ‘inno’ della sua vita e dei suoi successi nel mondo del calcio. Lui, come tanti altri, non ha mai smesso di sognare, e forse è proprio per questo che è rimasto quel ‘ragazzo’ a cui si fa riferimento nel titolo. Per Vecchioni stesso il sogno ha un valore importantissimo, al punto tale che questa è la cosa principale che sostiene di aver insegnato ai suoi figli: “Li ho educati a sognare, sempre, fin da quando erano piccoli. Anche troppo, forse. Adesso che sono grandi mettono il sogno davanti alla realtà e ci cascano dritti come pere. Però hanno questa difesa contro tutti i malesseri del mondo: il sogno che è fantasia. E poi gli ho insegnato anche il rispetto, che implica l’altruismo. Dal primo giorno che hanno incominciato a parlare gli ho detto: ci sono gli altri, tenetene conto”.



Il valore del sogno per Roberto Vecchioni

Lo rivela nel corso di un’intervista rilasciata a marzo a Rolling Stone: Roberto Vecchioni è un sognatore nato, e con lui tutta la sua famiglia composta in tutto da quattro eredi. Oltre a parlare di loro, però, il cantautore si sofferma anche sulle sue personali aspirazioni. Quando gli viene chiesto se abbia un sogno nel cassetto, Vecchioni risponde: “Perché uno? Ne ho cinque o sei! Vorrei fare un disco gigantesco, con tutte le canzoni di altri che amo, le mie nuove e tantissime sul mio mondo antico classico. Un album minimo di 40 pezzi”. Una cosa non tanto irrealizzabile, se come lui si è un’idealista: mai smettere di sognare, insomma. “Mai… mai…”, chiosa.



Roberto Vecchioni canta per Marco Tardelli

Con la sua esibizione sulle note di Sogna ragazzo sogna, Roberto Vecchioni ha fatto piangere a dirotto Marco Tardelli. Il quale ha commentato: “Sono spuntate persone che non ci sono più” (il riferimento, probabilmente, è al suo primo allenatore). Alla discussione, a un certo punto, si è unito anche un vecchio amico di Tardelli, Antonio Cabrini, anche lui protagonista dei Mondiali ’82. “Il Mondiale del 1982 è stato migliore di quello del 2006”, afferma quest’ultimo. Tardelli non può che concordare, con buona pace dei vari Cannavaro, Materazzi e Grosso. Infine, ad allietare ulteriormente la serata di Marco, ci ha pensato la figlia Sara Tardelli, con lui autrice della sua biografia Tutto o niente (Mondadori).

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