Intervista molto sentita ed emozionante quella rilasciata da Roberto Vecchioni a Mara Venier nel meglio di Domenica In. “Bisogna fare tutto e non avere rimpianti nella vita”, dice il cantante. Si parla di musica, famiglia e momenti indimenticabili. Come quelli che Roberto Vecchioni vive quotidianamente coi suoi nipotini: “Sono un nonno completamente rimbambito. Per Natale ho messo addirittura tre renne e un babbo natale gigantesco per i miei nipotini. L’ultimo natale è stato meraviglioso, un po’ a distanza ma meraviglioso lo stesso”. La conduttrice mostra a Vecchioni un bel filmato che lo riguarda e lui quasi si commuove. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
Roberto Vecchioni sul vaccino: “lo farei anche tre volte”
Roberto Vecchioni ospite de Il meglio di Domenica in di Mara Venier ha parlato dei tempi moderni e di come sia cambiata la nostra vita con l’avvento della pandemia da Coronavirus. Il cantautore, vincitore del Festival di Sanremo con “Chiamami ancora amore”, è un grande sostenitore dei vaccini al punto da dichiarare: “lo farei anche due volte, tre volte”. Vecchioni non ha alcuna paura, anzi ha aspettato il suo turno per vaccinarsi pur di poter ritornare a vivere dopo circa due anni di limitazioni e restrizioni che hanno stravolto la vita di tutti noi.
Durante la lunga chiacchierata con Mara Venier, l’artista ha parlato degli alti e bassi della vita: del successo, ma anche del dolore e delle avversità che ha affrontato con grande coraggio e sempre con il sorriso. Non solo, Vecchioni ha ricordato amici che non ci sono più, ma anche dolori fisici e psicologici che la vita gli ha messo dinanzi, ma che ha superato e affrontato senza mai perdersi d’animo.
Roberto Vecchioni di Sogna ragazzo sogna: “Dad? La scuola è coralità”
Non solo artista e cantautore, Roberto Vecchioni è anche un professore. Per questo durante la sua ospitata a Domenica In ha parlato anche di DAD, ossia la didattica a distanza che da circa 2 anni è diventata la normalità per il mondo della scuola e dei ragazzi. Per il cantautore, infatti, la didattica a distanza è “uno sforzo titanico” precisando: “la scuola è coralità, ha il compito di insegnare il bene e il male di stare insieme.
Non basta cliccarsi e guardarsi in uno schermo; la fisicità conta quando si deve imparare a stare in un gruppo variegato e abituarsi a capire il punto di vista degli altri”. Proprio per questo motivo ha voluto ricordare uno dei suoi metodi di insegnamento: “quando insegnavo ai ragazzi andavo al parco e si faceva un giro di cultura di tutti i tipi, anche in osteria, sempre fuori dalla scuola. Questo metodo di insegnamento l’ho usato solo negli anni ’80 poi l’ho piantata lì perchè non era più possibile, prima c’erano le classi che ti venivano dietro…”.