Robin Cavendish è il protagonista della storia vera da cui è tratto il film “Ogni tuo respiro”. L’uomo, a soli 28 anni, si ammalò di poliomielite e rimase paralizzato dal collo in giù. Il drammatico evento, tuttavia, non lo fece perdere d’animo. A raccontare le sue vicissitudini allo sceneggiatore William Nicholson, che si occupò successivamente di realizzare la pellicola, fu – a seguito della morte – il figlio Jonathan Cavendish, produttore inglese di, tra le altre, Il diario di Bridget Jones ed Elizabeth: The Golden Age.



“Il mantra di mio padre era la qualità della vita”, ha ricordato – come riporta Comingsoon.it, il figlio d’arte. “Ciò che desiderava per sé e per gli altri era un’esistenza dignitosa. Sarebbe potuto restare in ospedale, ma era una vita che non sarebbe stato in grado di sopportare. Preferiva vivere una vita piena e lontano dalla morte, anche se fosse durata solo due minuti”. Così Jonathan Cavendish riuscì a convincere William Nicholson a realizzare “Ogni tuo respiro”, ma quest’ultimo non ne volle sapere di farsi pagare finché il lavoro non fosse terminato. Quando ciò avvenne, la moglie del defunto Diana Cavendish fu la prima spettatrice e non riuscì a trattenere l’emozione. (Aggiornamento di Chiara Ferrara)



Robin Cavendish, un Memorial Fund creato per l’anniversario della morte

Quella di Robin Cavendish non è solo la storia di un uomo malato. L’uomo che ha ispirato il film Ogni tuo respiro morì l’8 agosto 1994 a Drayton St Leonard, nell’Oxfordshire , in Inghilterra, all’età di 64 anni. Viene però ricordato per la sua forza d’animo. A più di un anno dalla sua morte, il 27 novembre 1995, è stato infatti creato il Robin Cavendish Memorial Fund. Diana e Jonathan, moglie e figlio di Robin, figurano tra i suoi fiduciari. Lo scopo principale è quello di aiutare individui e organizzazioni, per  promuovere la salute e salvare la vita delle persone con disabilità. L’associazione cresce molto velocemente visto che, nel 2014, si fonde con l’organizzazione benefica che Robin e Diana Cavendish avevano precedentemente fondato:  la Refresh, nel Cavendish Spencer Trust. Le soddisfazioni per la famiglia di Cavendish non tardano ad arrivare visto che, nel novembre 2017, Jonathan e Diana ricevono il Patient Innovation Lifetime Achievement Award. Il premio viene consegnato per il lavoro nello sviluppo di innovazioni e nella difesa delle persone con disabilità. Una targa blu dell’Oxfordshire è stata svelata nella sua ex casa a Drayton St Leonard il 16 giugno 2019.



Robin Cavendish, la polmonite e la paralisi dal collo in giù

Robin Cavendish, la sua storia nel film “Ogni tuo respiro“, il film del 2017 diretto da Andy Serkis. La pellicola racconta la storia di Robin Cavendish, un uomo ironico e dal grande talento che a soli 28 anni si ammala di poliomielite rimanendo paralizzato dal collo in giù. I medici gli danno soli 3 mesi di vita, ma lui decide di combattere contro questa malattia facendosi attivista e pioniere dei diritti dei disabili contribuendo alla progettazione di diversi dispositivi in grado di favorire l’autonomia dei pazienti colpiti da paralisi. A soli 28 anni Robin si ritrova legato ad un respiratore che pompa aria nei suoi polmoni.

Per i medici il suo destino è quello di restare in un letto di ospedale, ma lui decide di reagire rifiutandosi ad una vita così. Grazie all’aiuto della moglie Diana e degli anni riesce ad uscire dall’ospedale tornano così a vivere. Con l’aiuto dell’amico Teddy Hall, Robin progetta una carrozzina con un respiratore meccanico incorporato che gli consente di non restare in un letto. La sua vita cambia e nonostante la grave malattia vive per 36 anni contro i 3 mesi iniziali di vita che gli medici areano previsto.

Com’è morto Robin Cavendish a 36 anni?

Robin Cavendish è conosciuto come il più longevo sopravvissuto alla polio della Gran Bretagna. Il giornalista Tim Renton dopo averlo conosciuto ha scritto: “conoscere Robin Cavendish significa conoscere la personificazione del coraggio. Molte persone vivono momenti di grande coraggio, poche sono chiamate a dimostrarlo giorno dopo giorno, per 36 anni”.

Il figlio Jonathan Cavendish non ha mai avuto alcun dubbio sul fatto che la storia di vita del padre potesse diventare un film. Così incontra lo sceneggiatore William Nicholson: “lo invitai fuori a pranzo e gli chiesi se potevo raccontargli una storia. Quando iniziai a parlargli della vita di mio padre, stava per infilarsi una forchettata di cibo in bocca e quando conclusi il racconto, circa 15 minuti dopo, la teneva ancora sospesa a mezz’aria!”. Anche William Nicholson ricorda quel giorno: “Jonathan mi disse: ‘Ho da raccontarti una storia. È quella di mio padre.’ E appena finì di parlare il racconto, risposi: ‘Ci sto. È incredibile”.