Robinho dovrà restare in prigione. L’ex attaccante, fra le altre, di Milan, Real Madrid e Manchester City, non potrà lasciare il carcere, dove sta scontando una condanna per stupro. La notizia è riportata in queste ore dal quotidiano Il Corriere della Sera, nella sua edizione online, ricordando come l’ex calciatore stia scontando una pena di ben nove anni per un reato che era stato commesso in Italia. Il tutto risale al gennaio di 11 anni fa, 2013, quando in una discoteca di Milano, (Robinho giocava con il club rossonero), andò in scena una violenza sessuale ai danni di una donna, con conseguente arresto dell’attaccante, quindi il processo e poi la condanna.



Nelle scorse settimane i legali difensori dell’ex calciatore avevano presentato una richiesta di scarcerazione che evidentemente è stata negata: gli avvocati avevano chiesto che il loro assistito potesse scontare la pena in libertà fino a che il processo non si concludesse, ma su un totale di 11 giudici, sei hanno votato contro, mentre uno è risultato essere favorevole e quattro astenuti.



ROBINHO DEVE RESTARE IN CARCERE: SI TROVA NELLE CELLE “VIP”

Niente scarcerazione quindi, con Robinho che sarà costretto a rimanere ancora a lungo dietro le sbarre in Brasile, dove si trova da otto mesi, dal marzo del 2024, così come deciso dal tribunale supremo di giustizia del suo Paese.

L’ex calciatore, oggi 40enne, era stato arrestato in quel di Guarujà, come ricorda il Corriere della Sera, un’isola che si trova nei pressi di Santos, in Brasile, e quindi portato in carcere a Tremembè, divenuto famoso negli ultimi tempi per il soprannome di “carcere dei vip”. Solitamente in questa struttura penitenziaria vengono mandate le persone ben note all’opinione pubblica, come appunto ex calciatori, ma anche personaggi della televisione, politici o altro, che hanno avuto dei problemi con la giustizia.



ROBINHO DEVE RESTARE IN CARCERE: I FATTI

Secondo gli avvocati dell’attaccante brasiliano, l’arresto del loro assistito non sarebbe stato legale, ma evidentemente i giudici la pensano diversamente visto che hanno appunto confermato il carcere. Da segnalare che l’istanza presentata dai legali appare un po’ dubbia, visto che anche in Italia il giocatore era stato condannato per stupro, sentenza poi confermata anche in Cassazione. La condanna era avvenuta di preciso nel 2017, e il processo si era chiuso con l’ultimo grado nel 2022, periodo durante il quale Robinho aveva firmato un contratto (2020), con il suo ultimo club in carriera, il Santos.

Era il 10 ottobre di 4 anni fa, ma alla luce della condanna la società di Rio de Janeiro decise di “stracciare” l’accordo, anche perchè uno sponsor del club aveva deciso di interrompere la collaborazione con la stessa storica società calcistica brasiliana, proprio per via di quanto stava accadendo a Robinho. Da segnalare che contro Robinho era emersa anche una intercettazione in cui lo stesso brasiliano parlava di una donna completamente ubriaca (la vittima) aggiungendo: “Non so cosa sia successo”.