Un robot impegnato in Corea del Sud si sarebbe suicidato. Una vicenda decisamente curiosa quella riportata dal Corriere della Sera, che racconta di come lo stesso “umanoide” lavorasse dall’anno scorso presso il municipio di Gumi, cittadina sudcoreana, ma negli scorsi giorni è stato rinvenuto “morto” dopo una caduta dalle scale.



Possibile che il robot in Sud Corea si sia rotto per così poco? Un dubbio lecito tenendo conto che solitamente tali dispositivi simili all’uomo sono realizzati in materiali molto resistenti, ma non è da escludere che lo stesso si sia in qualche modo “suicidato” per via del troppo stress. Di solito il robot in questione svolgeva compiti come promuovere la città, consegnare documenti e dare informazioni ai cittadini che avessero bisogno, ma secondo alcuni testimoni stava lavorando troppo.



ROBOT “MORTO” IN SUD COREA, SI È SUICIDATO? SETTIMANA LAVORATIVA DA 52 ORE

Il Corriere della Sera spiega come l’ipotesi del suicidio del robot della Corea del Sud sia tutt’altro che da scartare tenendo conto che proprio la Corea del Sud è una delle nazioni dove si lavora di più in assoluto, ben 52 ore a settimana, con il governo che vorrebbe portarle a 60 a differenza invece dell’indagine emersa in questi giorni in Italia secondo cui 8 su 10 vorrebbero la settimana da 4 ore.

Ovviamente quella dell’idea del suicidio appare una sorta di fantasia da film techno thriller e distopico, giusto per dare un senso all’episodio, visto che l’ìdea più probabile è che il robot della Corea del Sud abbia semplicemente avuto un guasto e che la conseguente caduta dalle scale sia stata così importante da danneggiarlo in maniera quasi irreparabile. Tra l’altro prima dell’episodio il robot aveva iniziato a dare segnali allarmanti, girando su se stesso senza alcun apparente motivo.



ROBOT “MORTO” IN SUD COREA: ATTESA PER “L’AUTOPSIA”

L’episodio è accaduto di preciso il 27 giugno scorso alle ore 4:00 del mattino: entrando in ufficio qualcuno ha fatto la macabra scoperta, con il robot a terra nella tromba delle scale fra il primo e il secondo piano dell’edificio del municipio di Gumi. Per avere la certezza su quanto accaduto bisogna aspettare “l’autopsia” o meglio, l’analisi sulla scatola nera che registra tutte le mosse del robot e da cui si scoprirà la verità, quindi se il robot si è effettivamente suicidato (cosa poco probabile) o se sia stato vittima di un guasto, l’opzione più quotata.

Fatto sta che, in attesa della verità, l’amministrazione della città sudcoreana ha pensato di sospendere l’utilizzo del robot nel Comune, introducendone un secondo, visto che si teme che, essendosi guastato, possa diventare in qualche modo pericoloso per gli altri esseri umani che lavorano nell’edificio. Ricordiamo che se da noi i robot sono ancora scarsamente utilizzati, la Corea del Sud è considerata in qualche modo la loro patria, visto che ce ne è uno ogni dieci dipendenti, e si stanno diffondendo in sempre più settori.