Roby Facchinetti, ospite di Francesca Fialdini ieri, nel corso della nuova puntata Da noi a ruota libera, ha subito voluto ricordare l’importante funzione svolta dalla musica, che non si è fermata neppure in questo periodo difficile. “La funzione che ha sempre avuto la musica nella nostra società è sempre stata molto importante, quindi rispettiamola e diamole il giusto valore”, ha aggiunto. Il pianoforte è stato il primo grande amore della sua vita: “Mi è stato regalato dai miei genitori perché avevano capito che per me la musica era importante e che io e la musica eravamo un tutt’uno”, ha raccontato. Già studiava musica con la fisarmonica, “uno strumento più accessibile e meno costoso”. Roby ricorda alla perfezione quando, a meno di 7 anni, la madre lo accompagnò in bicicletta alla sua prima lezione di solfeggio. Lui comprendeva che quello rappresentava per i suoi un grande sacrificio e lì promise alla madre che sarebbe riuscito a ripagarli di tutto. Una promessa poi mantenuta.
Il suo primo pianoforte lo ha avuto quando era un bambino e grazie a quel piano sono nati i suoi maggiori successi e quelli dei Pooh. In questi giorni si parla molto del Ddl Zan ma i Pooh già nel ’76 uscirono con una canzone chiamata Pierre: “Bisogna rispettare le differenze. Io appoggio pienamente questa modifica di legge di Zan perché in un Paese civile come il nostro, questo è una cosa molto importante”.
ROBY FACCHINETTI, I POOH E I SUCCESSI
I Pooh sono sempre stati molto avanti nei tempi: era il 1973 quando uscirono con la canzone “Lei e lei”, come racconta Roby Facchinetti. “Si parlava di questo rapporto omosessuale tra due donne”, ha spiegato, “All’epoca parlare di omosessualità tra due donne era cirillico e incomprensibile però a distanza di tempo sono veramente molto contento che i Pooh abbiano avvertito questo problema che si chiama rispetto”. Come ha reagito il pubblico? Facchinetti ha definito il suo pubblico “molto molto speciale”. Tra gli altri successi c’è poi “Tanta voglia di lei”: “Questo è un brano che mi piace perché l’uomo è a nudo e ammette di aver sbagliato e prende con grande coraggio questo suo rimorso e decide di andarsene. Ammettere i propri errori”. Roby ha svelato anche il rischio di scioglimento intorno agli anni Settanta. Ci fu una telefonata determinante per la storia dei Pooh, quella di Lucariello, loro produttore: “Grazie a lui abbiamo formato il contratto della nostra vita”.
LA MUSICA E LE RINUNCE
Per Roby Facchinetti l’amore più grande è sempre stata la musica che lo ha sempre accompagnato: “Le rinunce più grandi, di conseguenza, le ho fatte per la musica. Ho rinunciato a non esserci come papà il primo giorno di scuola dei miei figli e tantissime rinunce che hanno pesato psicologicamente, ma questo richiamo alla musica è la droga più pesante quando ti entra dentro e pretende. Ma se dai poi ti ridà tanto di più”, ha confidato. Il cantante si è poi lasciato andare ad una serie di importanti confidenze. Ha ammesso ad esempio di avere in ballo un progetto molto importante che ha completato con Stefano D’Orazio “e la missione mia più importante è per Tiziana e per tutti i compagni di viaggio e si chiama Parsifal”. A suo dire sarà rappresentato in maniera rivoluzionaria, e la sua speranza è portarlo presto sul palco soprattutto per Stefano. Parlando del suo primo pensiero della giornata, questo va “al fatto che io andrò a vivere un nuovo giorno che nessun re, nessun Papa, nessun uomo da quando esiste il mondo ha mai vissuto”.
Oggi gli mancano gli abbracci, i baci, di rivedere i figli e i nipoti. Immancabile il momento in cui ha condiviso il palco di Sanremo con il figlio Francesco Facchinetti: “E’ stata una bellissima esperienza perché sono uscite anche sfaccettature di mio figlio che non conoscevo. Quando dissero che eravamo arrivati ottavi ero dispiaciuto per lui, in camerino lui fece il buffone per farmi sorridere per mezzora”. Ai suoi figli cosa non ha ancora detto? “Voglio dire che sto benissimo e che il voglio papà è un uomo felice”.