SCONTRO EUGENIA ROCCELLA-LAURA BOLDRINI SULL’ABORTO: IL VIDEO

In pieno clima da campagna elettorale è andato in scena a “In Onda” su La7 giovedì sera uno scontro serrato tra la candidata di Fratelli d’Italia Eugenia Roccella e la candidata in quota Pd Laura Boldrini, sul tema intricato e complesso dell’aborto. Nasce tutto dal “caso Marche”, la regione governata da Francesco Acquaroli di FdI accusato da un dossier del “Guardian” di aver reso nelle strutture sanitarie pubbliche meno semplice l’aborto regolare. Il tema dell’obiezione di coscienza è stato poi portato agli altari della cronaca nazionale (e dei social) da Chiara Ferragni, che ritiene pericoloso per il Paese se i partiti del Centrodestra andassero al potere con le Elezioni 2022, proprio per i temi civili e l’aborto in primis. Invitate a parlarne nello studio di “In Onda”, l’ex sottosegretaria alla Salute Eugenia Roccella risponde nettamente all’imbeccata della conduttrice Marianna Aprile, «L’aborto è un diritto, siamo d’accordo?».



La risposta della candidata FdI sorprende tutti: «Io sono una femminista le femministe non hanno mai considerato l’aborto un diritto, hanno sempre detto che esula dal territorio del diritto». A quel punto scatta l’ex Presidente della Camera che invece rivendica come per moltissime femministe l’aborto va riconosciuto ed esaltato come un «diritto della donne». Roccella però ribadisce i motivi profondi per cui parlare di diritto non è affatto corretto: «L’aborto è il lato oscuro della maternità e questa non è mai entrata nello spazio pubblico». Secondo la fervente sostenitrice della Legge 194 come tutela e non solo come diritto all’aborto, v’è una grave lacuna politica sul tema della maternità: «Si dice individuo, che vuol dire ‘non si divide’ ma una donna diventa due in uno e nella gravidanza si divide. La maternità non è mai stata considerata un elemento forte della cittadinanza delle donne».



BOLDRINI VS ROCCELLA: “DONNE SIANO LIBERE”. MA I FETI…

Laura Boldrini guarda attonita la collega e ribatte alzando un po’ i toni sempre sul fronte aborto: «ma io non la capisco», attacca la candidata Pd contro Eugenia Roccella, «Le donne devono avere il diritto di decidere liberamente. Abbiamo fatto battaglie che adesso però vengono rimesse in discussione limitando l’aborto farmacologico, non consentendo di farlo dei consultori». Roccella allora ribatte che in realtà, tanto nelle Marche quanto nel resto d’Italia, le battaglie hanno portato oggi all’uso della pillola abortiva negli ospedali.



Secondo Boldrini poi vi sarebbero motivi più reconditi in merito al rialzo dei medici obiettori: «Molti medici temono che non gli convenga dal punto di vista della loro carriera», con Roccella che aggiunge invece «Fare gli aborti lo dice, Guido Viale che è uno che fa gli aborti, è impegnativo anche dal punto di vista psicologico ed emotivo». Lo scontro tra le due diverse anime del femminismo in politica non si risolve e serve l’intervento della Aprile per cambiare argomento e per spostare il piano di confronto su altri temi. Resta però un elemento che ci sembra sia “mancato” dalla disamina fatta nei 5 minuti di tv che è sembrato portare l’orologio del tempo indietro di qualche decennio, nel pieno dello scontro sull’aborto. Quando Boldrini parla di un aborto come «diritto ineludibile per tutte le donne» sembra dimenticare – anzi, è proprio non preso in considerazione – un altro diritto presente nella fattispecie della questione. Il diritto del feto, del futuro bambino (e in alcuni casi anche il diritto del padre di non essere magari pienamente d’accordo con l’abortire): l’aborto è e resta un dramma intimo e profondo, sul quale uno scontro politico quasi mai riesce a cogliere appieno i contorni della vicenda. Ma se si parla di diritto, ecco in questi casi un diritto viene quasi sempre non contemplato: quello del più fragile e indifeso di tutti…