STATI GENERALI DELLA NATALITÀ, LA CENSURA ALLA MINISTRA ROCCELLA: ECCO COSA È SUCCESSO, IL VIDEO
«Ma quale Stato, quale Dio, sul mio corpo decido io. Fuori i Pro Vita dai consultori»: questo solo uno degli slogan con cui alcune studentesse pro-aborto hanno tentato, riuscendoci, di impedire l’intervento del Ministro della Famiglia e delle Poi Opportunità Eugenia Roccella agli Stati Generali della Natalità in corso a Roma oggi e domani, 8-9 maggio 2024. Invece che discutere nel merito delle varie proposte emerse dall’aula, come quella ad esempio del “padrone di casa” Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, la mattinata è stata dominata dal flash mob con cori e cartelloni nell’Auditorium della Conciliazione a Roma del gruppetto di studentesse pro-choice che si sono scagliate contro il Governo per le recenti norme sulla piena applicazione della Legge 194 in materia di possibile (non obbligatoria, ndr) presenza di volontari all’interno dei consultori dove si pratica l’IVG.
Dopo le prime contestazioni dal fondo sala, la Ministra Roccella ha preso parola provando a dire «Ragazzi noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne. Proprio nessuno». Gli studenti hanno però continuato a contestare impedendo lo svolgimento del dibattito e tenendo sotto scacco l’intero Auditorium per diversi minuti: a quel punto una delle manifestanti è salita sul palco e ha preso il microfono per scagliarsi verbalmente contro le politiche di Roccella e del Governo Meloni. De Palo l’ha però interrotta dicendo che quello che si apprestava a tenere quella ragazza era una sorta di “monologo” e che era tutto il contrario di un sereno dibattito tra pensieri e idee diverse. Si è deciso dunque di proseguire con la tavola rotonda posticipando l’eventuale intervento di Roccella per provare a far calmare le acque ma di lì a pochi minuti il titolare della Famiglia ha deciso di lasciare l’iniziativa per far terminare le contestazioni.
IL “MONOLOGO” DELLA STUDENTESSA PRO-ABORTO E LA REPLICA DI EUGENIA ROCCELLA
«Sul mio corpo decido io», è il cartello lasciato esposto dalle studentesse del collettivo “transfemminista” Aracne. Il gruppo dei contestatori era composto da circa 50 studentesse per lo più delle scuole superiori, non in grado di argomentare verbalmente con i propri “nemici” della politica di Governo ma intenti a leggere un comunicato senza ammettere il contraddittorio della stessa Roccella.
«Abbiamo voluto contestare questo Governo e la sua cultura patriarcale. Oggi la Roccella ha detto che nessuno ci stava impedendo la nostra libertà, ma è stata sempre lei a dire che ‘l’aborto purtroppo è un diritto. Ma contestiamo anche l’impostazione del convegno», ha spiegato all’ANSA un’altra delle studentesse di Aracne dopo l’avvenuta “cacciata” del Ministro dagli Stati Generali della natalità. Le fa poi eco un’altra studentessa sodale, «Noi contestiamo in generale il convegno che ha una linea indirizzata a far pensare alle donne che il loro unico obiettivo nella vita è fare figli, a rendere l’aborto impossibile e a mettere i Pro Vita nei consultori». Prima di lasciare l’Auditorium, Roccella ha voluto spiegare il motivo del suo abbandono del palco: la scelta è avvenuta per far proseguire il panel del convegno, «A Torino, dove la contestazione era rivolta solo a me, sono rimasta sul palco due ore». Eugenia Roccella se ne invece andata questa volta per «rispetto nei confronti degli altri pensando che in mia assenza i contestatori se ne sarebbero andati e così è successo e gli altri hanno potuto continuare»; secondo la Ministra, la contestazione di oggi non era solo contro il Governo ma contro l’intero tema della natalità, «come dimostrano i fischi da cui è stata sommersa la mamma incinta di otto mesi (Jessica Barcella, ndr) che era sul palco con me»
SOLIDARIETÀ DA MELONI E MATTARELLA: “CENSURA CONTRO CIVILTÀ”. SILENZIO DA SINISTRA…
Non è la prima volta che la Ministra della Famiglia Roccella viene contestata e infine anche censurata – nel senso letterale di essere stata impedita nel esprimere il proprio pensiero – da movimenti transfemministi e pro-aborto: era già successo al Salone del Libro di Torino lo scorso maggio 2023. In quel caso si alzò un polverone anche politico per la mancanza di condanna netta elle opposizioni di Centrosinistra e pure finora, quando sono già passate diverse ore dalle prime contestazioni, silenzio permane tra Pd, M5s (dove pure Giuseppe Conte è atteso oggi per un intervento agli Stati Generali della Natalità, ndr) e AVS.
Hanno parlato invece la Presidente del Consiglio con un lungo post sui social e pure il Quirinale con la telefonata di solidarietà del Presidente della Repubblica Mattarella alla Ministra Roccella: «Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile». Secondo la Premier Meloni, l’impedire ancora una volta ad un Ministro della Repubblica di intervenire ed esprimere il proprio pensiero è una piena censura e mancanza di rispetto: «Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee». Dal Quirinale, Mattarella esprime piena solidarietà a Roccella durante la telefonata avvenuta nelle scorse ore: viene poi fatto sapere che in particolare il Presidente della Repubblica ritiene che «voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione».