LA PRIMA INTERVISTA DELLA MINISTRA ROCCELLA: “NO ALL’ABORTO A DOMICILIO”

Dall’aborto al crollo delle nascite, Eugenia Roccella come nuovo Ministro della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità rappresenta una delle scommesse più “identitarie” del nuovo Governo di Giorgia Meloni, scelta con apprezzamento trasversale in tutti i partiti della maggioranza. Subito molto contestata dall’enclave politica & media di sinistra (in primis la dem Laura Boldrini con la quale Roccella discusse mesi fa in un dibattito tv dai toni accesi), l’ex sottosegretario alla Salute del quarto Governo Berlusconi si presenta con una lunga intervista al Quotidiano Nazionale dove chiarisce i punti chiave del suo Ministero: «Mi è stato affidato da Giorgia Meloni, che ringrazio per la fiducia, un ministero che considero strategico per il futuro del nostro Paese. Penso che il significato politico sia rendere finalmente centrali i temi della natalità, della famiglia e soprattutto della maternità, facendoli entrare nell’agenda politica con pari dignità rispetto ad altre emergenze. Vogliamo portare idee nuove, anche con un’azione di lungo respiro, non guardando solo alle scadenze immediate, come ormai è diventata abitudine della politica».



Legata subito alle politiche della natalità di Polonia e Ungheria, la Ministra Roccella risponde punto su punto alle accuse di voler “abolire l’aborto” come qualcuno ha denunciato allarmato: «Sono stupefatta da queste reazioni abnormi, perché nessuno ha mai parlato di togliere diritti, ma semmai di ampliarli. Nessuno a sinistra pensa al diritto delle donne di essere madri senza rinunce troppo gravose? Nessuno a sinistra si accorge che il vecchio slogan femminista “maternità come libera scelta” è totalmente disatteso?». Non vi sarà alcun cambiamento sulla legge 194 che regola l’aborto in Italia, chiarisce Roccella: «le politiche sull’aborto non hanno nessun contatto con quelle per la natalità. Diminuire il numero di interruzioni di gravidanza non serve ad aumentare il numero di nati: fra abortività e natalità c’è una proporzione che è sempre più o meno la stessa. Sull’aborto esiste una legge che nessuno ha mai messo in discussione (io non l’ho mai fatto, e Meloni in campagna elettorale è stata molto chiara su questo punto) la cui applicazione è affidata alle regioni». Il problema secondo la neo-Ministra della Famiglia e della Natalità è che ad oggi la legge 194 non è attaccata dalla destra, bensì «la sinistra che vorrebbe smontarla, come ha fatto con la legge 40, e vuole farlo senza passare dal Parlamento». Per Eugenia Maria Roccella infatti i tentativi atti da regioni e ed esponenti di centrosinistra minano alla solidità della legge sull’aborto: «si vuole arrivare all’aborto a domicilio, con la pillola Ru486, abolendo l’obiezione di coscienza e l’obbligo di legge, di eseguire gli interventi in strutture pubbliche, con le relative garanzie sanitarie per le donne. Parlo in via generale, perché la competenza sulla legge 194, come è noto, è in capo al ministero della Salute, non riguarda il mio mandato politico, e l’applicazione della legge è affidata alle regioni».



EUGENIA ROCCELLA (MIN. FAMIGLIA): “AIUTEREMO LE DONNE A FAR FIGLI”

L’impulso che il Governo Meloni e la Ministra Roccella vogliono ridare al tema complesso della Famiglia oggi nel 2022 è non abbandonarsi all’idea che il crollo della natalità sia un elemento su cui non poter farci di fatto “nulla”. Sebbene sia sempre una scelta unica e unitaria del singolo nucleo familiare, condizioni e situazioni “generali” del Paese possono sicuramente aiutare/invogliare a mettere su famiglia in maniera prolifica: «Vogliamo mettere in campo politiche che pongano al centro la maternità. Sono le donne che fanno i figli: se oggi rinunciano a farli, bisogna chiedersi perché. È crollato il desiderio di maternità? No: le indagini in merito ci dicono che il desiderio è sempre più o meno lo stesso, ma si preferisce rimandarne la realizzazione e magari alla fine lasciar perdere. E questo perché la scelta di fare un figlio ricade tutta sulle donne, che hanno difficoltà a fare carriera, ad avere una vita sociale, a esprimere pienamente le proprie potenzialità». Secondo la Ministra della Famiglia e della Natalità, sempre nell’intervista al QN, si vuole «aiutare le donne a poter fare figli» senza però alcuna forzatura né pressione etica come viene accusato il Centrodestra in queste settimane.



«Il calo delle nascite in Italia è drammatico. Il presidente dell’Istat, Blangiardo, lancia ogni anno un grido d’allarme inascoltato. L’inverno demografico rischia di diventare un inferno demografico, con effetti devastanti che non immediatamente percepiti dall’opinione pubblica», spiega ancora Roccella sottolineando come speso avere un figlio in Italia è un «percorso a ostacoli», qualcosa «che è visto come impedimento al lavoro e alla realizzazione di sé. Noi vogliamo rovesciare questa prospettiva con i fatti». Dall’aborto all’utero in affitto, per Eugenia Roccella il lavoro è netto all’orizzonte: «Già nella scorsa legislatura sono state presentate proposte di legge contro questa pratica di sfruttamento delle donne povere, che ha anche connotazioni razziste, perché chi vi ricorre compra gli ovociti, con cui si trasmettono i caratteri somatici, scegliendo su catalogo “donatrici” (si usa questo termine pudico per mascherare il passaggio di denaro) con precise caratteristiche: in genere ragazze dell’Est, bionde, bianche, alte». Per quanto riguarda invece la donna che in teoria dovrebbe ricevere e accogliere l’embrione da partorire, «viene scelta secondo la più classica legge di mercato, cioè il minor costo. In genere quindi sono donne bisognose, di Paesi terzi, spesso condizionate da contratti capestro. Colpisce come chi si riempie la bocca di diritti delle donne, su questo taccia», conclude duramente la Ministra della Famiglia Eugenia Roccella.