Per una bella storia che si rispetti si può anche partire dal fondo: Palazzo Chigi, 4 febbraio, ultima conferenza stampa di Giuseppe Conte. Rocco Casalino è lì in piedi a dirigere le “danze” tra media, giornalisti, fotografi e staff del Governo, come avvenuto negli ultimi due anni da portavoce del Presidente del Consiglio. Ad un certo punto l’ex inquilino del Grande Fratello fa ai cronisti: «niente domande, è solo una dichiarazione. Ah, non inquadrate Palazzo Chigi che non è un messaggio solo istituzionale».



Legittimo, nulla di “illegale”, ma è la cifra della comunicazione di Casalino che piaccia o no ha rivoluzionato i messaggi del Governo negli ultimi due anni. Un modo però che non ha evitato una quantità di gaffe, tensioni, incidenti diplomatici che fanno di Casalino uno dei personaggi politici più osteggiato e criticato dalle opposizioni e da parte della stessa ex maggioranza giallorossa, Matteo Renzi su tutti. L’inventore delle conferenze stampa a tarda notte durante i mesi durissimi del lockdown, dal 2018 ad oggi sono diversi gli “scontri” diplomatici generati spesso con i media nel suo frenetico e martellante invio di “note” e “veline” per esprimere i pareri del suo ‘protetto” Giuseppe Conte.



LE ALTRE GAFFE DEL PORTAVOCE

Più che un viceré, un “vice-Conte” ci permettiamo di definire il portavoce uscente del Presidente del Consiglio dimissionario: lo stesso che nel novembre 2018 in un video ritrovato da Dagospia diceva «da bambino, da sempre, i vecchi mi fanno schifo. E tutti i ragazzi Down mi danno fastidio. Non mi va di stare dietro a uno che è down, che non capisce niente». In quel caso Casalino si difese dalle richieste di dimissioni dicendo che qualcuno lo voleva infangare, più o meno come quando oggi nell’intervista al Foglio rimembra gli attacchi ricevuti da Renzi nelle ultime settimane con ‘accenti‘ «di omofobia».



È lo stesso Rocco Casalino che tre giorni dopo la caduta del Ponte Morandi – la tragedia del 14 agosto 2018 a Genova – disse in una chat con alcuni giornalisti «basta, non mi stressate la vita. Io ho pure diritto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco, Santo Cristo. Mi chiamate come pazzi, anche io ho diritto a due giorni di vacanza». E poi ci sarebbero anche le gaffe contro i tecnici del Ministero dell’Economia («tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di mer*a del Mef») o le intemerate contro Italia Viva poco prima della crisi di Governo aperta da Renzi «li asfaltiamo in Parlamento». Tante tensioni, tanti passaggi a vuoto e molte gaffe per chi però ha sempre riportato al centro della comunicazione politica uno “sconosciuto” fino al 2018 come Giuseppe Conte, passato da essere “rappresentante-garante” di Salvini e Di Maio nel Governo Conte-1 a candidato leader in pectore di M5s, Pd e LeU (autodefinizione del Premier dimissionario oggi a Palazzo Chigi, con ‘parole e musiche’, ovviamente, di Rocco Casalino).