Rocco Chinnici: ucciso il 29 luglio 1983

Rocco Chinnici è morto il 29 luglio 1983, nell’esplosione della sua auto, una Fiat 127 imbottita di esplosivo, parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Federico Pipitone a Palermo. Aveva cinquantotto anni. Insieme a lui morirono i suoi agenti di scorta, il maresciallo Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi. L’unico superstite fu l’autista Giovanni Paparcuri, che riportò gravi ferite. La bomba fu fatta esplodere dal killer mafioso Pino Greco.



Rocco Chinnici è considerato il padre fondatore del pool antimafia, di cui facevano parte Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello. Il giudice pensò di creare questo pool, in modo che fossero più magistrati a occuparsi di criminalità, in modo da evitare l’isolamento di ciascuno di loro. Nel 1979 il divenne capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo e ideò per primo le indagini e le misure di prevenzione patrimoniali, strumento fondamentale di contrasto alle mafie.



Rocco Chinnici: la moglie Agata e i figli Caterina, Elvira e Giovanni

Rocco Chinnici era sposato con Agata Passalacqua. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: Caterina, Elvira e Giovanni. I figli Elvira e Giovanni erano in casa il 29 luglio del 1983 e furono tra i primi ad accorrere sul luogo della strage. “Ho deciso di non censurare l’ultimo capitolo, ed è stata una scelta molto difficile. L’ho scritto esattamente per come l’ho ricordato, con questa caratteristica di un’espansione enorme del tempo che sorprende anche me. Cose che sono avvenute in attimi di secondo le ricordo come se avessero una durata infinita”, ha affermato Giovanni Chinnici alla presentazione del suo libro “300 giorni di sole”. E ha aggiunto, parlando del padre Rocco: “A me è mancato molto perché lui era un uomo veramente roccioso e io ero alla ricerca della mia personalità e ci scontravamo sempre. Quindi mi è mancata quella parte serena. Ora sono un uomo adulto e ho l’età che aveva mio padre quando è stato ucciso e mi rendo conto oggi che mi è forse mancata la parte più importante, quella di un rapporto da uomo a uomo”.

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