Il presidente della Fiorentina, l’italo americano Rocco Commisso, è finito nei guai per alcune vicende riguardanti gli Stati Uniti, degli attacchi gratuiti via social. Lo scrive il Corriere della Sera attraverso il suo portale online, sottolineando come lo stesso patron della Viola, a Firenze dal 2019, abbia confessato di aver creato dei profili social falsi ad hoc, per insultare la USSF, acronimo di United States Soccer Federation, che altro non è se non la federcalcio americana, l’equivalente a stelle e strisce della nostra FIGC.
Obiettivo di Rocco Commisso, prendere di mira i vertici della stessa USSF, con frasi ingiuriose attraverso cui lo stesso presidente della Fiorentina li paragonava ad Harvey Weinstein, il famoso produttore americano condannato più volte con l’accusa di violenza sessuale, e colui che ha fatto deflagrare il movimento MeToo in tutto il mondo. Rocco Commisso si sarebbe avvalso di X.com, l’ex Twitter, creando dei falsi profili attraverso cui lo stesso si nascondeva, per poi prendere di mira la federazione calcistica degli Stati Uniti.
COMMISSO E LA VICENDA DELLA NASL
Il fatto curioso è che l’ammissione è giunta dallo stesso patron della Viola durante una causa da lui stesso intentata contro la USSF. Commisso ha infatti portato in tribunale la federazione americana in quanto a suo modo di vedere è colpevole di non aver rinnovato la licenza alla NASL, acronimo di North american soccer league, la lega professionistica che era responsabile del campionato di calcio americano negli anni dal 1968 al 1984, quelli in cui militarono alcune star del calcio europeo e mondiale come ad esempio Pelè, ma anche Bettega, Beckenbauer, Cruijff, Chinaglia e molti altri ancora. La Lega fallì per poi tornare in auge nel secondo decennio degli anni 2000, divenendo la seconda divisione calcistica degli Stati Uniti.
Proprio in quella lega giocavano i Cosmos di New York, la squadra di proprietà di Rocco Commisso, che a suo modo di vedere avrebbe subito un danno dall’atto della USSF. Nel corso del dibattimento il presidente della Fiorentina ha ammesso di aver usato i social per screditare i propri avversari, dicendosi comunque pentito per quello che ha commesso “Non mi sento bene”, ha spiegato in aula, ammettendo che ciò che ha fatto non è da lui. Il 75enne imprenditore ha comunque precisato di aver smesso da tempo di utilizzare l’ex Twitter, e di non aver più scritto frasi ingiuriose nei confronti della federazione calcistica da almeno cinque o sei anni. Commisso ha anche spiegato di essere “felice di aver smesso di utilizzare tutti i social media”. Il manager della Viola, nel corso dell’interrogatorio, ha spiegato di aver aperto un account dal nome Virgil Kane, ed inoltre avrebbe incaricato terzi, precisamente alcuni dirigenti della Mediacom, azienda di tecnologia fondata dallo stesso Commisso, di continuare a pubblicare dei cinguettii contro la federazione.
COMMISSO E L’ASTIO VERSO LA FEDERAZIONE
Ma perchè questo astio? Bisogna tornare indietro al 2017 quando l’imprenditore decise di acquistare i New York Cosmos, una delle formazioni più gloriose del calcio a stelle e strisce, tenendo conto che ci giocò anche Pelè, dopo che la stessa era finita sull’orlo del fallimento. La squadra, quando venne acquistata da Commisso militava nella Nasl, ma nel 2018 fu definitivamente cancellata dalla Federazione. Ne nacque un contenzioso che ha portato le due aziende in tribunale, fino all’ammissione appunto degli account falsi.
Fra i profili scoperti anche Global Soccer Fan, che secondo gli inquirenti era appunto riconducibile al 75enne imprenditore e che venne creato quando lo stesso Commisso ha appunto citato in causa la USSF per danni economici. Una situazione decisamente spinosa e complessa, che non è ben chiaro come si risolverà, ma l’azione del presidente della Fiorentina è tutt’altro che lecita, soprattutto moralmente non accettabile, e proprio per questo lo stesso patron rischia di passare da accusatore ad accusato, da parte offesa a parte in causa: vedremo quello che succederà.