Uruguay, l’evasione del superboss della ‘ndrangheta Rocco Morabito fa scalpore e il ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia che si metterà in contatto con l’omologo di Montevideo: «Mi prendo due impegni. Primo: fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo. Secondo: continuare a dare la caccia a Morabito, ovunque sia, per sbatterlo in galera come merita». Il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra ha evidenziato: «Rocco Morabito evade dal carcere di Montevideo. Pezzo da 90 della ndrangheta, in Sud America fungeva da #broker per i traffici di cocaina». Infine, le parole di Klaus Davi, giornalista e consigliere comunale a San Luca: «Si sapeva che sarebbe andata a finire cosi. Quando intervistai suo cugino Leo Morabito ( u scassa porte di Africo) suocero di Francesco Pelle, anni fa lo descrisse come potente ed imprendibile e cosi è stato….. Con la nostra polizia o carabinieri non sarebbe successo.Ma in Sudamerica i veri capi di stato sono loro….». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“BUCO SU TETTO DEL CARCERE”
Rocco Morabito evaso in Uruguay: è questa la notizia inerente il boss della ‘ndrangheta che ha raggiunto l’Italia poco fa. “U’ Tamunga” è riuscito a fuggire insieme ad altri 3 detenuti dal carcere di massima sicurezza. Da quanto si apprende Morabito, condannato in Italia a 30 anni in contumacia, era ricoverato con i complici in osservazione nell’infermeria del carcere. Tra i primi commenti all’evasione dal carcere del pericoloso latitante quello del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha dichiarato:”È sconcertante che sia riuscito a fuggire. Chiederemo spiegazioni al governo di Montevideo e continueremo a dare la caccia a Morabito”. Come riportato dall’ANSA, gli evasi hanno approfittato di un passaggio creato nel tetto, da dove si sono calati in una fattoria confinante: qui hanno rubato denaro alla proprietaria prima di darsi alla macchia. (agg. di Dario D’Angelo)
ROCCO MORABITO EVASO IN URUGUAY
Era il 4 settembre 2017 quando Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta latitante da 23 anni, venne catturato e arrestato in Uruguay: da quel giorno il “Tamunga” era rinchiuso nel carcere di Montevideo, fino ad oggi. Le autorità uruguaiane hanno dato l’annuncio poco fa dell’evasione avvenuta nelle scorse ore assieme ad altri 3 detenuti dall’interno del carcere di massima sicurezza a Montevideo: per Morabito si attendeva l’estradizione in Italia dopo che un tribunale penale di Appello dell’Uruguay l’aveva confermata il 29 marzo scorso. Come spiega il quotidiano locale “El Observador”, Rocco Morabito ex boss ‘ndrino è evaso assieme a Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastian Acosta Gonzalez e Bruno Ezequiel Diaz dalla terrazza del carcere, nel pieno centro della capitale del Sud America. Ora è caccia aperta in tutto l’Uruguay con anche le autorità italiane prontamente avvisate dato che nel giro di qualche settimana avrebbe dovuto concretizzarsi l’estradizione dell’Escobar italiano per scontare qui le proprie gravi sentenze con la giustizia del nostro Paese.
CHI È ROCCO MORABITO, IL “RE DELLA COCAINA MILANESE”
53 anni, Rocco Morabito detto ‘u Tamunga, quando è stato trovato due anni fa aveva con sé una pistola, due auto, 13 cellulari e una dozzina di carte di credito: non aveva mai interrotto il suo traffico di cocaina tra l’Italia e il Sud America. Era ricordato nel nostro Paese per essere stato a lungo il “re milanese” della cocaina, con traffici illegali e reati prodotti in serie per tutto il tempo della latitanza fino all’arrivo nel 2002 in Uruguay. Qui Morabito viveva sotto il falso nome di Francesco Antonio Capeletto Souza ma gli inquirenti, dopo 15 anni, erano riusciti a scovarlo a causa di una sua leggerezza: diversi mesi prima, il boss della mafia calabrese aveva iscritto una figlia a scuola sotto il suo vero nome. Su Morabito pende infatti una condanna a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga: prima della decisione della Corte, Morabito aveva ingaggiato una battaglia legale serrata per evitare a tutti i costi il trasferimento in Italia. Nulla servì, l’Escobar italiano venne condannato con estradizione e oggi, al culmine dello scontro giudiziario, la notizia della sua evasione che rimette di nuovo un punto a capo 26 anni dopo l’inizio della latitanza.