Rocco Papaleo, attualmente in Puglia sul set del nuovo film di Carlo Verdone, “Si vive una volta sola”, in cui recita accanto ad Anna Foglietta, Max Tortora e lo stesso Verdone, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Ok Salute ha parlato del probema che ha da sempre. L’attore, infatti, è miope sin da quando era bambino. Una malattia che ha ereditato da padre: «Fin da bambino sono miope, tanto miope: non ho ricordi molto nitidi del mondo… Credo di avere ereditato la miopia da mio padre: lui era alto, con meravigliosi occhi azzurri, io invece sono basso con gli occhi verde marcio e molto più miope di lui», ha raccontato. Nonostante tutto, però, Rocco Papaleo spiega di non aver mai vissuto la miopia come un problema e di aver cercato di sfruttarla al meglio. «Fin da piccolo ho usato gli occhiali della fantasia per supplire al mio difetto: spesso mi divertivo a inventare storie plausibili e, non potendo inquadrare perfettamente la realtà, la ricostruivo con particolari dettati dalla mia mente. Ogni volto che non mettevo a fuoco poteva trasformarsi come la fantasia mi suggeriva», aggiunge.



ROCCO PAPALEO: “CON LA MIOPIA HO IMPARATO AD USARE L’IMMAGINAZIONE”

Amante dell’arte da sempre, Rocco Papaleo non si è mai scoraggiato e ha cercato di trasformare quello che potrebbe essere un difetto in un pregio. Non vedendo benissimo, infatti, ha sviluppato uno sguardo diverso per identificare le persone e soprattutto ha imparato ad usare l’immaginazione che gli ha permesso di poter cogliere sempre il meglio dalle situazioni e di esprimersi attraverso diverse forme d’arte. «Mi ha permesso di sviluppare uno sguardo diverso, di usare l’immaginazione, di esprimermi con la poesia. Ho iniziato scrivendo canzoni. La prima che ho composto, “Torna a casa, foca”, l’ho cantata a Sanremo e ha fatto ballare il teatro Ariston” – racconta l’attore che poi concude –  “Alla miopia devo molto, anche se nel mio caso è davvero accentuata. Ancora oggi, nonostante gli occhiali, non riesco a mettere a fuoco distintamente gli oggetti lontani: mi mancano nove diottrie all’occhio destro e undici al sinistro, e per non farmi mancare niente sono anche presbite e un po’ astigmatico».

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