Rocio Munoz Morales, attrice e modella 32enne originaria di Madrid (Spagna) è da circa dieci anni la compagna di Raoul Bova. Insieme, i due hanno avuto le figlie Luna e Alma, nate rispettivamente nel 2015 e nel 2018 dopo il loro primo incontro sul set di Immaturi – Il viaggio. Messa da parte la sua attività cinematografica, Rocio è molto attiva anche nel volontariato, particolarmente come sostenitrice di ‘Chicco di felicità’, la campagna di beneficenza ideata dal marchio Chicco per aiutare i bambini in difficoltà. Inoltre, nel 2020, in piena emergenza Covid, lei e Bova hanno affiancato l’unità operativa della Croce Rossa Italiana nel distribuire pasti caldi e biancheria ai senzatetto di Roma. Da poco è uscito il suo primo romanzo, Un posto tutto mio, ulteriore lavoro che la vede cimentarsi in qualcosa di nuovo abbandonando momentaneamente le maschere rassicuranti dei suoi personaggi.



Rocio Munoz Morales racconta il suo arrivo in Italia

“È un romanzo leggero, di intrattenimento. Sentivo che volevo dire qualcosa di me senza mettermi in mostra”. Queste le parole di Rocio Munoz Morales quando, in un’intervista a Vanity Fair datata 19 aprile, le viene chiesto di descrivere la sua ultima (e per ora unica) fatica letteraria. “Attraverso Camila, la protagonista, ho rivissuto certi passaggi della mia vita che forse non avevo mai elaborato. La sensazione di essere straniera in Italia, per esempio. Oggi per me casa è Roma, incredibilmente non lo è più Madrid, ma quando sono arrivata in questo Paese non sapevo una parola di italiano ed è stato davvero faticoso. Ero assalita dai pregiudizi”. Pregiudizi che riguardavano non soltanto la sua persona, ma anche il suo rapporto con il collega Raoul Bova: “Dicevano che ero bella e poco intelligente, poco preparata, troppo giovane. E insinuavano, anzi lo dicevano anche apertamente, che volevo sfruttare una serie di circostanze, come la fama di Raoul. Ho passato molto tempo a lottare con questa narrazione che non mi apparteneva e che mi feriva profondamente. Soprattutto per come sono fatta io”.



Rocio Munoz Morales: “Frustrante sentirsi dire solo ‘sei bella’”

A un certo punto, Camila, la protagonista del suo libro, risponde in maniera piccata a un complimento sul suo aspetto fisico: “Grazie, anche se di essere bella non mi importa niente”. È la stessa risposta che darebbe lei, anzi che ha già dato lei all’ennesima considerazione di questo tipo: “Passano la vita a dirti che sei bella, sei bella, sei bella… Tu cerchi di essere una brava persona, altruista, una che si impegna per gli altri e tutti ti dicono solo che sei bella. So che può suonare strano, ma a un certo punto il complimento diventa quasi un insulto”. Oltre che qualcosa di frustrante, per non dire doloroso: “Per tanti anni mi offrivano solo parti in cui dovevo vestirmi scollata, mettere in mostra il fisico. Io andavo sul set e cercavo di approfondire il personaggio, vedere le sfumature, articolare l’interpretazione”. Ma non c’era verso: per i registi contava solo che fosse bella. Tanto che adesso l’attrice rivendica: “Basta, ho altre qualità”.

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