I “Concerti di Belcanto” sono una tradizione del Rossini Opera Festival, anche se “belcane Ljuto” è associato più a Bellini (e altri compositori del primo Ottocento) che a Rossini. Di norma, questi “Concerti di Belcanto” avevano luogo nel tardo pomeriggio al Teatro Rossini – nelle sere in cui due delle tre opere in programma erano in scena all’Arena – ed erano caratterizzati da un solista (spesso impegnato in una delle tre opere del Rof) accompagnato da un’orchestra di giovani o da pianista. I programmi dei singoli concerti includevano brani prevalentemente, ma non esclusivamente, di Rossini.



Quest’anno, il Festival, come riorganizzato a ragione dell’emergenza sanitaria, include sei concerti per solista e orchestra. Si svolgono all’aperto nella Piazza del Popolo. Ho assistito a due di essi nella settimana passata a Pesaro.

Il primo era imperniato sul soprano Olga Peretyatko, accompagnata della Filarmonica Gioacchino Rossini diretta da Nikolas Nägele. Ambedue giovani. La Peretyatko, di San Pietroburgo, ha perfezionato il suo canto all’Accademia Rossiniana di Pesaro, dove si è fatta notare nel 2006 ne Il Viaggio a Reims e l’anno seguente in Otello (nel ruolo di Desdemona). Da lì il balzo per una grande carriera internazionale: la ricordo alla Scala nel marzo 2014 come protagonista di Una Sposa per lo Zar, coprodotta con la Staatsoper Unter den Linden di Berlino e diretta da Barenboim. Nägele. Anche se giovane, ha già alle spalle una vasta carriera in Germania, Italia e Svizzera.



Nel concerto del 9 agosto sono stati alternati brani sinfonici e vocali di Rossini (Matilde di Shabran, L’Inganno Felice, Guillaume Tell, Smiramide), Mozart (Le Nozze di Figaro, Don Giovanni) e Glinka (Ruslan e Ljudmilla) e alla richiesta di bis è stato risposto con un’aria di Gounod (Roméo et Juliette). Il pubblico pesarese è stato sorpreso dalla presenza nel programma di Glinka e ha scoperto una cavatina di pura coloratura da fare invidia a Rossini e a Bellini: puro “belcanto” russo. Olga Peretyako, in piena maturità vocale ma fresca come quando era giovanissima, ha incantato il pubblico per la varietà di generi e stili affrontati nelle due ore circa del concerto.



Nel concerto del 10 agosto, Simone Alaimo, uno dei più noti bassi-baritoni, residente a Pesaro anche se nato a Villabate (piccolo comune che ormai fa parte dell’area metropolitana di Palermo), ha presentato un programma originalissimo, con la Filarmonica Gioacchino Rossini diretta con garbo e sapienza da Alessandro Bonato. Il concerto, di ben due ore senza intervallo, era un’antologia di brani per basso-baritono da Rossini a Giordano, ossia un piccolo saggio di storia della musica dall’inizio dell’Ottocento all’inizio del Novecento, che ha incluso, oltre che Rossini, Mozart, Donizetti, Verdi, Cilea e Giordano, alternando brani comici o buffi con brani drammatici. La parte vocale era intramezzata da sinfonie di opere. Alaimo ha avuto modo di sfoggiare anche le sue capacità attoriali. Applauditissimo, ha concluso con un bis: La Calunnia da Il Barbiere rossiniano.