5 minuti di completa distrazione per Roger Federer hanno fatto tremare le gambe i tifosi (e gli stessi organizzatori di Wimbledon) nel primo turno del torneo sull’erba più famoso al mondo: ha faticato Re Roger, specie all’inizio, poi però ha dilagato ritrovando braccio, gamba e testa, con magie degne delle migliori giornate. Finisce 3-6, 6-1, 6-2, 6-2 contro il sudafricano Lloyd Harris per un’ora e 51 minuti di ottimo tennis nonostante l’evidente disparità di forze in campo, pur con un 37enne che sembra però ancora un ragazzino come voglia e schemi di gioco. Oggi erano 20 anni esatti dal primo esordio nel Torneo dello Slam di Londra e Roger Federer ci ha messo qualche momento di troppo per onorare al meglio la grande festa, salvo poi dilagare: sotto 5-2 per troppi passaggi a vuoto, King Roger ha mancato la palla per il contro break e ha finito per lasciare il primo set al fresco sudafricano n.86 al mondo. Dopo l’uscita di scena clamorosa di Thiem, Zverev e Tsitsipras, il rischio per Federer era incappare nell’incubo cui Wimbledon sta giocando ai big scesi finora in campo: e invece la classe e tranquillità dell’elvetico trasforma la partita dal secondo al quarto set in accademia pura con diversi “Federer moments” come quell’incredibile volée stoppata di rovescio con la palla che si fermava sull’erba ad un palmo dal net per inaugurare una serie di punti consecutivi che portava il Re della Racchetta al terzo set volando sul 6-1.
FEDERER NON INCAPPA NEL “TUNNEL NERO” DEI BIG
Sciolto, con scambi brevi e tattiche sempre al top: Roger Federer arriva al secondo turno (giovedì tornerà in campo contro Jay Clarke che oggi ha vinto con Noah Rubin) con la mente libera ma un “timore” nel primo set che si vedrà col passare del Torneo se sarà un segno preoccupante o un momento di appannamento comprensibile nella prima settimana di Wimbledon. «I primi turni sono sempre inusuali. A Wimbledon giochi su campi che sono totalmente diversi dagli altri che trovi nel mondo. Mi sembrava lento il campo e non trovavo un buon impatto. Il mio avversario ha giocato bene in risposta mentre io in avvio non mi muovevo molto. Poi con l’esperienza ho gestito la situazione» ha spiegato Re Roger al termine del match, commentando poi subito dopo i complimenti ad Harris l’incredibile “tunnel nero” in cui sono incappati altri big della Top Ten «sicuramente è sorprendente. Però succede e io poi non mi interesso troppo di chi è il mio avversario. Comunque la prima settimana di Wimbledon testa sempre le tue capacità tecniche e mentali. Poi c’è anche da dire che per Sascha e Dominic l’erba non è la superficie dove si esprimono meglio, quindi può succedere». Sguardo ora all’immediato futuro, un passo alla volta come ormai ci ha abituato questo 37enne toccato dal talento divino del tennis: «Clark? Non lo conosco benissimo, l’ho visto un po’ in giro e ho visto la conclusione del match contro Noah Rubin. Lo conosco leggermente meglio di Harris, ma non troppo diciamo».