La sfida a Nadal e Djokovic è ripartita, anche se per Roger Federer con più di una difficoltà la rincorsa verso il ritorno in finale agli Us Open: come ha giustamente ricordato il tennista spagnolo di Manacor, eliminato in una semifinale epica allo scorso slam di Wimbledon, prima dell’esordio a Flushing Meadows «io Federer e Nole abbiamo vinto 50 su 60 slam? Speriamo che continui così!». Nel frattempo Roger ha battuto un colpo importante anche in ottica Finals; con quella del 2019, Re Federer si è garantito la 17esima presenza al torneo che chiude l’anno tennistico seguendo ovviamente Nadal e Djokovic, già da tempo qualificati per i risultati top di quest’anno. «Non vedo l’ora di tornare lì. Qualificarmi per Londra è sempre uno dei miei obiettivi principali. Adoro affrontare i top player», ha spiegato dopo il match vinto con Nagal il tennista svizzero; Federer ha giocato le Finals dal 2002 al 2015, nel 2017 e nel 2018, vincendo 57 partiti e perdendone solo 15 con titoli presi nel 2003, 2004, 2006, 2007, 2010 e 2011.



“HO INIZIATO MALE, PROPRIO COME A WIMBLEDON..”

«Dimenticare il primo set non è stato facile. Le persone si aspettavano un risultato diverso e anch’io. Volevo cominciare a giocare meglio e ce l’ho fatto. Andare avanti 3-0 nel secondo e capire che dipendeva da me è stato un sollievo. Non avevo continuità al servizio, facevo doppi falli inusuali», schietto e sincero come sempre Roger Federer al termine del match vinto a fatica contro Nagal nella notte americana. L’analisi dello svizzero è spietata su se stesso, ma lancia una speranza finale «Anche tanti errori gratuiti. Forse superare una partita del genere non è una brutta cosa. E’ stato molto simile a Wimbledon quando ho perso il primo set al debuttto. Gli ultimi tre set sono stati positivi e incoraggianti». Se poi si vede come è continuato lo scintillante Slam inglese allora per Federer le chance di prendere “la mano” durante l’evoluzione del torneo potrebbe salire, anche se non sarà facile perché stanotte come a Cincinnati è parso in ritardo anche di condizione soprattutto in termini di reattività. Detto questo, giocare contro Roger Federer resta un’impresa che solo per pochi può garantire la “pelle salva”: «Federer ama mettere pressione sull’avversario. Ti fa sempre pensare a cosa fa lui. Non ho mai avuto questa sensazione contro altri giocatori. Ma lui varia così tanto che non sai dove arriverà la palla. Bisogna avere sempre i riflessi pronti», racconta di lui lo sconfitto di giornata agli Us Open, l’indiano Nagal.



ROGER FEDERER SI GUADAGNA LE FINALS

Roger Federer non stecca la prima agli Us Open, ma questa potrebbe essere l’unica notizia positiva (anzi, la seconda visto che la prima è l’acquisizione delle Finals di Londra ottenuta proprio con questa vittoria): falloso, lento, con una tattica che nel primo set e mezzo non sembra appartenere al campione di tutti i tempi che invece è il Re elvetico. L’indiano Sumit Nagal, numero 190 del mondo e arrivato a Flushing Meadows attraverso le qualificazioni, ringrazia e dopo neanche mezz’ora ottiene un primo set insperato per 6-4: 19 errori gratuiti in soli 10 game per lo svizzero sono un’enormità, gli sbagli tanto sottorete quanto a servizio sono troppi e le difficoltà riscontrate a Cincinnati sembrano pesare ancora molto nel gioco di Roger. Perso il primo set però, quanto il publico degli Us Open teme di perdere prima ancora di cominciare in pratica il loro beniamino, Federer si sveglia e poco a poco mette in campo tutto il suo tennis migliore provando a spazzare via quelle nubi che sicuramente ha ancora in testa dalla finale forse più bella di sempre (e persa dopo due match point al Quinto Set) a Wimbledon contro Nole Djokovic. 6-1 nel secondo set, poi 6-2, 6-4 per concludere il match in due ore e mezza, più del previsto, schiantando il coraggioso Nagal.



FEDERER PASSA AL SECONDO TURNO, MA QUANTA FATICA

Difficoltà anche nel quarto set quando Roger Federer deve impegnarsi al massimo per salvare 4 palle break che avrebbero reso ancora più difficile l’esordio agli Us Open: alla fine è secondo turno raggiunto, con lo svizzero che incontrerà il bosniaco Damir Dzumhur, che ha sconfitto per 4-6 6-2 6-3 6-0 il francese Eliot Benchetrit, proveniente dalle qualificazioni. Il pubblico amante del tennis si chiede però se le carenze di condizione e tranquillità mentale – soprattutto nella prima di servizio, solo 12 ace in questo primo turno – si ripeteranno con l’avanzare del torneo o se invece la convinzione verrà riconquistata man mano portando Re Roger di nuovo in fondo a giocarsi il tutto per tutto in uno Us Open che non vince dal 2008, ma che prima lo aveva visto trionfare ininterrottamente nel 2004, 2005, 2006, 2007. Guardando il lato positivo, Roger Federer con questa vittoria contro Nagal si è aggiudicato un posto sicuro alle ATP Finals di fine anno, tradizionale torneo “dei maestri” con i migliori 8 al mondo che si contendono il titolo del Masters.