Roger Waters denuncia qualunque suo collega faccia concerti in Israele perché è un paese che occupa i territori palestinesi; Roger Waters sostiene la Cina nelle sue rivendicazioni sull’isola di Taiwan; Roger Waters accusa il presidente americano Joe Biden di essere una criminale di guerra perché fornisce armi all’Ucraina. Roger Waters è… sì, uno dei membri fondatori dei Pink Floyd, autore di tante canzoni immortali nella storia del rock. Ma essendo politicamente di sinistra, in quel modo radicale che si usava negli anni 70 (ma allora non faceva dichiarazioni politiche forse perché i sui dischi vendevano e non era consigliabile dividere il pubblico) si sente autorizzato da anni a fare il politico, con prese di posizioni quantomeno questionabili.
L’ultima della serie è di questi giorni: una lettera postata sul suo sito ufficiale e diretta alla moglie del presidente dell’Ucraina, la signora Olena Zelenska. A parte che non si capisce perché non l’abbia inviata personalmente a lui, Waters dopo un accorato inizio dove si dice dispiaciuto per i tanti morti ucraini e per “questa guerra terribile che devasta il suo paese”, passa all’attacco. Suo marito, dice, non ha mantenuto fede alle promesse fatte in quella campagna elettorale che lo ha fatto diventare presidente e cioè: “Mettere fine alla guerra nella parte orientale dell’Ucraina e portare la pace nel Donbass e una autonomia parziale alle regioni di Donetsk e Luhansk; sottoscrivere e implementare il resto degli accordi di Minsk”.
Questo non è avvenuto, dice, perché suo marito si è fatto aggirare da “nazionalisti estremisti” che hanno portato “il paese sulla strada di questa guerra disastrosa”. Oh, ma guarda, come sostengono in tanti, la colpa dell’invasione russa è di Zelensky, non dei russi che dal 2014 hanno alimentato il conflitto nel Donbass, finanziato e sostenuto i (pochi) separatisti, provocato Kiev. Waters aggiunge che i “nazionalisti” hanno superato tutte le linee rosse che “i vostri vicini russi avevano posto (come condizione per non arrivare alla guerra)”. Insomma, come ha detto qualcuno, tutta colpa della Nato che è andata ad abbaiare ai confini russi. Con molta classe la moglie di Zelensky gli ha risposto su Twitter: “Roger Waters, dovresti chiedere la pace al presidente di un altro Paese”. La cosa non è finita qui. La Polonia, paese dove Waters doveva esibirsi il prossimo anno nell’ambito di un tour europeo che toccherà anche l’Italia, ha definito l’ex bassista dei Pink Floyd “persona non gradita” e i suoi concerti a Cracovia annullati. Brutta storia, quando non si tiene a freno il proprio ego.