Arrivano conferme in merito al rogo avvenuto nella serata di ieri nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia: la vittima è un giovane ragazzo di 26 anni, originario del Gambia, uno dei numerosi ospiti della tendopoli abusiva popolata soprattutto da braccianti. Si chiamerebbe Samara Saho riferisce Repubblica, e in base ad alcune testimonianze vendeva vestiti nella stessa baracca in cui è morto. Probabile che l’incendio sia scaturito da un corto circuito dovuto ad uno dei moltissimi allacciamenti abusivi alla corrente elettrica: le fiamme sarebbero divampate in breve tempo visto che le baracche sono fatte quasi totalmente di legno e lamiera, provocando poi la morte del 26enne. «La tragedia conferma che i grandi insediamenti di stranieri, legali e abusivi, che abbiamo ereditato dalla sinistra erano e sono un problema. Abbiamo il dovere di riportare sicurezza, ordine e legalità continuando con i controlli, gli sgomberi e i progressivi svuotamenti», questo il commento del ministro dell’interno Matteo Salvini, che ha poi aggiunto: «L’abbiamo fatto a San Ferdinando, dove la baraccopoli abusiva era arrivata a contenere fino a 3mila persone, e stiamo intervenendo a Borgo Mezzanone, ora nel Cara ci sono meno di 150 ospiti, nel 2017 erano circa 1.600 e recentemente abbiamo cominciato ad abbattere l’insediamento abusivo nato nei dintorni dove sono gravitate fino a 4mila persone. Non solo – conclude il vice premier – abbiamo chiuso i grandi centri di accoglienza veneti a Cona e Bagnoli e stiamo azzerando le presenze a Mineo. Andiamo avanti, passando dalle parole ai fatti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ROGO NELLA BARACCOPOLI DI FOGGIA: MORTO MIGRANTE

Il mistero è d’obbligo all’interno di quell’inferno, scusate il gioco di parole, scatenato nell’ennesima baraccopoli incendiata nel Foggiano: spesse volte è la semplice combustione interna in un “ghetto” trasformato in abitazione di fortuna, con materiali scadenti e con un riscaldamento improvvisato che porta rischi enormi per chi vi vive. È stato trovato semi-carbonizzato il gambiano 26enne morto nell’incendio di Borgo Mezzanone ma potrebbe essere rimasto stordito per i fumi del rogo oppure vi è un’altra spiegazione che al momento non viene rintracciata dalle prime indagini scattata nella baraccopoli in fiamme. Per il Ministro Salvini «La tragedia conferma che i grandi insediamenti di stranieri, legali e abusivi, che abbiamo ereditato dalla sinistra erano e sono un problema»; non solo, il leader della Lega dopo il nuovo caso nel Foggiano, sottolinea «Abbiamo il dovere di riportare sicurezza, ordine e legalità continuando con i controlli, gli sgomberi e i progressivi svuotamenti». (agg. di Niccolò Magnani)



ENNESIMA TRAGEDIA NELLE BARACCOPOLI

Un migrante è morto a seguito di un rogo scoppiato nella baraccopoli abusiva di Borgo Mezzanone, a pochi chilometri da Foggia. Un nuovo caso dopo gli incendi già avvenuti lo scorso autunno presso la stessa tendopoli, e dopo i morti di San Ferdinando (Reggio Calabria) degli ultimi mesi. L’incendio, come riferisce l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, è avvenuto nella notte appena passata, fra giovedì 25 e venerdì 26 aprile, e la vittima sarebbe un ragazzo di 26 anni che proveniva dall’Africa, precisamente dal Gambia. Si era trasferito da poco a Borgo Mezzanone, passando dall’adiacente centro per richiedenti, dopo che la sua domanda di asilo era stata respinta, e di conseguenza si trovava illegalmente in Italia. Non sono ancora chiare le cause che hanno scatenato il rogo, ne tanto meno come sia morto lo stesso 26enne, se nel sonno, per via dei fumi tossici sprigionati dall’incendio, o eventualmente in altri modi. Come detto in apertura, incendi in baraccopoli abusive o meno non sono affatto nuovi, e spesso e volentieri i poveretti che le occupano rimangono vittima di fuochi di fortuna accesi per riscaldarsi durante la notte. Non vi è infatti alcun sistema di sicurezza in questi rifugi di fortuna, e l’intervento dei vigili del fuoco è all’ordine del giorno.



ROGO IN UN GHETTO A FOGGIA: MORTO UN MIGRANTE 26ENNE

Il giovane è stato ritrovato steso a terra, quasi completamente carbonizzato, e i pompieri si sono accorti della sua presenza solamente dopo che l’incendio era stato domato. Si trovava all’interno di una baracco costituita quasi esclusivamente da lamiere e da legno, e nei prossimi giorni il magistrato di turno potrebbe disporre l’autopsia per stabilire le esatte cause della morte. La baraccopoli di Borgo Mezzanone è una sorta di piccolo comune abusivo dove in origine ci vivevano circa 2mila extracomunitari, quasi tutti braccianti che lavorano per pochi euro all’ora nelle aziende agricole della zona, a raccogliere verdura o frutta. La sua demolizione era iniziata già dallo scorso mese di febbraio, proprio per la sua pericolosità, ma non si è ancora conclusa. Al suo interno vengono portate avanti attività illecite come lo spaccio di droga e la prostituzione.