Lo scrittore e drammaturgo Rolf Hochhuth è morto mercoledì all’età di 89 anni nel suo appartamento di Berlino, come confermato giovedì dal suo editore Gert Ueding dell’agenzia di stampa tedesca. Il drammaturgo era il principale rappresentante del cosiddetto ‘teatro documentario’ in Germania e già con il suo esordio, “Il Vicario“, aveva prodotto un vero scandalo. Scalpore causato dal fatto che nel film aveva affrontato la posizione del Vaticano sull’Olocausto, innescando un acceso dibattito pubblico. Finì infatti al centro di una polemica sui presunti silenzi di Papa Pio XII sulla delicata vicenda, scatenando forte clamore e attriti diplomatici con la Santa Sede. Hochhuth si occupò ripetutamente del nazionalsocialismo nelle sue opere.



Rolf Hochhuth, le accuse a Papa Pio XII che scatenarono un acceso dibattito

Hochhuth è nato il 1 aprile 1931, figlio di un produttore di scarpe a Eschwege, Assia. Cresciuto sotto il regime nazista, ha fatto di questo il tema determinante della sua vita e delle sue opere. “L’Olocausto non può mai essere perdonato e dimenticato”, ha infatti detto una volta. Tornando a “Il Vicario”, il dramma aprì la strada della riflessione. Nel 1964 vennero pubblicati tre libri di storici che indagavano il rapporto tra Pio XII e il Terzo Reich. Papa Paolo VI, l’anno successivo, decise di avviare il processo di beatificazione del suo predecessore, peraltro ancora in corso, proprio per allontanare questa accuse infamanti. Intanto Paolo VI decise di divulgare il contenuto degli archivi vaticani relativi agli anni 1939-1945, proprio per smentire le calunnie su Pio XII.

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