I Friedkin hanno licenziato il Ceo Pietro Berardi: l’autolesionismo dei texani

Terremoto in casa AS Roma. Il club ha comunicato la separazione immediata dal Ceo Pietro Berardi. La società ha diramato un comunicato stampa per annunciare l’addio del dirigente, entrato in società nel 2021: “L’AS Roma informa che gli organi societari competenti hanno preso la decisione di terminare, con effetto immediato, ogni rapporto tra Pietro Berardi, il Club e le società appartenenti al Gruppo. La Società augura a Pietro il meglio per i suoi futuri incarichi“.



Il nome di Pietro Berardi è finito recentemente al centro del caso plusvalenze sospette: il Ceo però sarebbe stato allontanato per visioni differenti rispetto a quelle del presidente Dan Friedkin. La scelta sarebbe arrivata già nei mesi scorsi e la società sembra essere già a lavoro da qualche tempo per trovare un dirigente che possa raccogliere il testimone dell’ex Ceo e occuparsi anche della questione stadio.



In realtà le due parti, società Roma e Ceo, erano già d’accordo di interrompere il loro rapporto a fine anno. Ma la situazione è precipitata nello scorso weekend. Sicuramente ci saranno degli strascichi, non è da escludere che Berardi decida di portare la Roma in tribunale. Lascia ancora una volta perplessi il modus operandi dei proprietari texani: come si fa a sbattere fuori dalla finestra il manager che negli ultimi due anni ha guidato la Roma fuori dalla Borsa, ha preso in mano il progetto Stadio dandogli finalmente un futuro, ha curato l’emessione di un nuovo bond a tassi molto favorevoli e ha chiuso accordi con brand di prestigio. Senza contare il prezioso ruolo di raccordo interno al club tra l’area amministrativa, quella sportiva e la proprietà. Sul gobbo di Berardi anche la patata bollente dei rapporti con la Lega calcio e con gli arbitri, vero tallone d’achille della squadra di Mourinho.



Pietro Berardi licenziato dalla Roma: qual è il reale motivo?

Come sottolineano fonti vicine alla Roma, l’obiettivo del club è quello di migliorare l’area corporate della società. L’ex dirigente aveva una visione diversa dal presidente Friedkin e sarebbe stata proprio questa la motivazione che avrebbe portato il club a prendere la decisione. A febbraio, in occasione di un evento al Roma Club Montecitorio, il Ceo aveva detto: “La mia convinzione è che anche l’anno prossimo Mourinho sarà allenatore della Roma. Con Mourinho siamo a metà contratto, un anno e mezzo, lui è molto determinato soffre per la As Roma per raggiungere il risultato“. Una frase con cui Berardi aveva voluto stemperare le voci di contrasti tra la proprietà e Mourinho. Una piccola bugia bianca detta per il bene della società giallorossa

Il tecnico aveva risposto pubblicamente con tono piccato alle dichiarazioni di Berardi: “È una sua interpretazione, non ho scambiato nessuna parola con lui su questo tema“. In privato, dentro le mura di Trigoria, Mourinho ci aveva scherzato sù con lo stesso Pietro, avendone compreso le buone intenzioni. Berardi, come emerso dal decreto di perquisizione e negli altri documenti giudiziari visionati da Ansa, sarebbe indagato insieme a Gandini, Fienga e Baldissoni per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Non sarebbe però questo il motivo dell’allontanamento del dirigente dal club giallorosso dal momento che, nella realtà, è l’unico dirigente, tra quelli chiamati in causa, che non ha avuto a che fare con alcuna operazione di mercato sospetta.

Forse Pietro è stato troppo poco politico: ha sempre espresso il suo pensiero e dato il proprio contributo di idee, senza alcuna smania di protagonismo, ma con grande professionalità e umiltà. Peccato, la Roma ha perso un giovane e grande dirigente. Vedremo ora cosa partorirà l’algoritmo “ingaggiato” dai Friedkin per trovare il sostituto. Magari ci starà pensando pure l’intelligenza artificiale.

Da quel che sappiamo basteranno comunque pochi giorni per conosce il nome del sostituto. Toccherà al nuovo Ceo comunicare il licenziamento di Mourinho: sarà il mister, dicono i ben informati, la prossima vittima dei Friedkin.