In quel di Roma il sindaco Roberto Gualtieri sembra aver messo a punto un sistema che sarà in grado – così suppone – di dare un freno ai troppi ‘furbetti’ che in un modo o nell’altro riescono a non versare quanto dovuto per la Tari (ovvero la tassa municipale per lo smaltimento dei rifiuti), puntando i riflettori in particolare su esercenti, commercianti e locali che affollano le vie della Capitale: ad oggi – infatti – dai conti della municipale Ama che gestisce i rifiuti, emerge un buco di circa 240 milioni di euro mai versati per la Tari, il tutto con un tasso di raccolta differenziata che si attesta ad appena il 46%.



Dunque, con l’avvicinarsi del Giubileo – che porterà in una Roma piena di rifiuti ingestibili migliaia e migliaia di pellegrini e curiosi da tutto il mondo – e con l’imminente apertura del termovalorizzatore – atteso per il 2027 e che allo stato attuale non riuscirebbe a smaltire l’enorme mole di indifferenziata in eccesso -, Gualtieri ha dato il via ad un rapidissimo piano per incentivare sia il pagamento della dovuta tassa municipale, sia il tasso di differenziata.



La strategia di Roma contro i ‘furbetti’ della Tari: “Revocheremo la licenza ai locali che sbagliano la differenziata o non pagano la tassa”

La stretta – dicevamo prima – per ora si concentrerà interamente attorno ai vari locali dislocati su tutta la città che andranno incontro ad una revoca della licenza nel caso in cui “conferiscano erroneamente” la spazzatura, oppure decidano – più o meno deliberatamente – di non versare la Tari sfruttando alcuni espedienti: nel solo Centro della Capitale si stima che siano circa 180mila i locali che non pagano la tassa comunale evitando di comparire nei registri dall’Ama, oppure ritardando il pagamento di parecchi mesi.



L’ipotesi è che – così facendo – si riuscirà a costringere i proprietari dei locali ad adeguarsi alle regole per il conferimento dei rifiuti, mentre in un secondo momento si cercherà anche di mettere un freno ai tanti uffici che si ‘nascondono’ all’intero di palazzi e palazzine rientrando nel pagamento residenziale della Tari per pagare sensibilmente meno di quanto in realtà dovrebbero: l’obiettivo è doppio perché oltre a rientrare di quei già citati 240 milioni, si deve anche cercare di gestire (e magari riscattare) quei crediti attualmente di “dubbia esigibilità” che valgono diversi miliardi di euro.