Cadaveri fatti a pezzi al cimitero di Roma
Secondo un preoccupante allarme lanciato dal quotidiano Il Messaggero il cimitero Prima Porta di Roma è finito al centro di uno scandalo. Secondo quanto scoperto, infatti, i cadaveri venivano mutilati, smembrati e fatti a pezzi con seghe e martelli per farli entrare nell’ossario, liberando i loculi per altre salme. Inoltre, sarebbero state anche evidenziate false cremazioni ed il tutto sarebbe avvenuto chiedendo soldi alle famiglie dei defunti, convinte di pagare per un servizio regolare, ma che di fatto di legale non aveva assolutamente nulla.
Il cimitero Prima Porta di Roma non sarebbe, peraltro, l’unico in cui sono avvenuti casi analoghi e sul banco degli imputati del Tribunale saranno 16 persone a rispondere del reato. Tutte accusate di vilipendio di cadavere e truffa, sono in parte dipendenti Ama ed in parte dipendenti di agenzie funebri, inclusi nell’intricato sistema di truffe. I danni quantificati dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Di Noto, ammonterebbero a 500mila euro, per il solo cimitero Prima Porta di Roma, mentre dal processo potrebbe emergere una rete di truffe più intricate, con danni decisamente maggiori, che per ora sarebbe già arrivata fino al cimitero Flaminio.
Cosa succedeva al cimitero Prima Porta di Roma
I dettagli dell’inchiesta che per ora ha incluso il cimitero Prima Porta di Roma e che si sta allargando al Flaminio, sarebbero veramente agghiaccianti. Secondo quanto emerso, infatti, la truffa dei cadaveri smembrati e fatti a pezzi muoveva dal fatto che dopo 20 o 30 anni dalla sepoltura, scaduti i termini di affitto dei loculi, i cadaveri possono essere spostati nell’ossario comune, a patto appunto che la decomposizione sia completa e non rimangano altro che ossa.
A gestire questo aspetto della sepoltura, nel cimitero di Roma era appunto l’Ama. Per quanto riguarda, però, Prima Porta sembra che la tumulazione nell’ossario venisse proposta ai familiari dei defunti prima dei termini anatomici di decomposizione del cadavere. Le famiglie, così, convinte di pagare 300 euro “per procedere ad idonea estumulazione della salma”, si legge negli atti citati dal Messaggero, in realtà pagavano affinché il cadavere venisse fatto a pezzi con seghe e martelli, necessari per rompere articolazioni e muscoli. Ad incastare i colpevoli della terribile pratica illegale del cimitero Prima Porta di Roma sarebbero stati, infine, i video di sorveglianza della struttura.