Corsi e lezioni sull’universo Lgbt a scuola: caos a Roma per la proposta del Campidoglio, con i movimenti pro vita sul piede di guerra perché «non è previsto consenso informato da parte delle famiglie». La vicenda riguarda la Mappa della città educante 2023-2024, testo non disponibile fino alla presentazione ufficiale, in base a quanto previsto dal Dipartimento scuola capitolino, ma la cui bozza è già circolata. Riguardo l’offerta formativa di Roma Capitale per le scuole, viene riportato un carnet di 190 proposte didattiche in cui si toccano diversi temi, ma a scatenare la bufera è uno di questi progetti, il numero due in lista, che è legato da un lato allo schema tradizionale genitori-figli, dall’altro è aperto alle formule alternative di famiglia.
Il progetto in questione, “Ti presento Andrea – Viaggio nella comunità Lgbtqia+“, è promosso dal dipartimento Pari opportunità ed è rivolto ai ragazzi di «Scuola secondaria di I grado – scuola secondaria di II grado e IeFP – famiglie di alunni/e partecipanti», stando a quanto indicato nella bozza e riportato dal Corriere della Sera. Quindi, il progetto coinvolgerebbe scuole medie, superiori e istituti professionali, ma è aperto anche alle famiglie degli alunni che vi partecipano. Prevede una serie di incontri, tre ore per una o due lezioni al mese, massimo di dieci classi per volte, a scuola o nelle sedi delle associazioni che gravitano nel mondo Lgbt.
SCONTRO TRA OPPOSIZIONE, PRO VITA E CAMPIDOGLIO
Nel testo del progetto Lgbt si fa riferimento alla virata voluta fortemente dal Campidoglio su temi sensibili come la sessualità negli adolescenti o le carriere alias, meccanismo con il quale i transessuali possono usare in classe il nome scelto, non quello registrato all’anagrafe. Nel progetto vengono anche specificati gli obiettivi degli incontri con gli esponenti Lgbt: favorire la conoscenza di tematiche specifiche, prevenire eventuali discriminazioni sull’identità di genere e l’orientamento sessuale. Ma il fatto che non vi sia alcun riferimento al consenso informato da parte delle famiglie ha fatto scatenare la protesta dei pro vita. Infatti, la scelta del progetto da seguire, e da far seguire agli studenti, ricade solo sull’insegnante, col rischio di riaccendere lo scontro tra sensibilità diverse. Pro vita e famiglia Roma parla di «ennesima propaganda gender da parte di Roma Capitale».
Per Francesca Barbato, consigliera capitolina di Fratelli d’Italia, «una cosa è educare a tolleranza e rispetto, altro è inoculare nei bambini, anche piccoli, la convinzione che la sessualità e l’affettività siano qualcosa di fluido, da cambiare o modificare all’occorrenza». Per Maria Chiara Iannarelli, consigliera regionale Fdi, a lasciare perplessi è il comportamento del Campidoglio, «che invita i bambini di tutte le scuole a visite didattiche nelle sedi delle associazioni Lgbt senza specificare i contenuti di questi corsi e sorvolando sul diritto dei genitori di essere informati».
IL CAMPIDOGLIO TIRA DRITTO
Ma dal Campidoglio nessuna retromarcia. Anzi, Marilena Grassadonia, coordinatrice Diritti LGBT+ di Roma Capitale, come riportato dal Corriere della Sera, conferma l’intenzione del Comune di andare avanti sulla strada scelta, «quella della promozione dei diritti per rendere la nostra città un luogo sempre più accogliente basato sul rispetto e la dignità di ogni persona». Entrando nel merito del progetto attorno a cui vi sono polemiche, Grassadonia spiega che «va proprio in questa direzione attraverso una iniziativa didattica partecipativa che prevede incontri nelle scuole, presso sedi di associazioni o in luoghi rappresentativi della città». La convinzione del Campidoglio è che «la conoscenza delle realtà lgbtqia+, delle attività e dei servizi offerti, aiuta a promuovere quella cultura del rispetto che abbatte pregiudizi e discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere».