Tre buste sono esplose nelle scorse ore fra le città di Roma e Fiumicino, ferendo, in maniera non grave, altrettante donne. Un episodio inquietante che per ora non trova alcun senso logico, e gli inquirenti sono al lavoro per cercare di capire chi vi sia dietro tutto questo, e quale sia il messaggio. Il primo episodio, come ricordano i colleghi di Today, è avvenuto nella serata di domenica primo marzo, attorno alle ore 23:30, presso il centro di smistamento postale in via Capannini a Fiumicino. A seguire, altre due buste esplosive, una a Roma alle ore 18:30 di ieri, lunedì 2 marzo, in via Piagge, e l’altra alle ore 19:15 in via Fusco alla Balduina. Tre le donne ferite, tutte con escoriazioni alle mani e al volto. Le ultime due vittime sono state soccorse in codice giallo, e trasportate presso gli ospedali locali: una si trova al Policlinico Gemelli, mentre l’altra all’Umberto I. Come detto sopra, si brancola nel buio anche perchè nessuna delle tre buste conteneva rivendicazioni o messaggio di alcun tipo, di conseguenza, non è facile risalire al mittente.



BUSTE ESPLOSE A ROMA: ESCLUSI AMBIENTI DELL’EVERSIONE

Le tre donne ferite, inoltre, non sono persone con incarichi importanti o comunque esposte, e non è da escludere che l’obiettivo del “bombarolo” sia stato casuale. Quello che sembrerebbe certo da una prima ricostruzione, è che i tre pacchi sarebbero stati confezionati allo stesso modo, di conseguenza è facile supporre che l’autore del gesto sia il medesimo. Le tre buste avevano tutte un formato di foglio A4, quindi 29 centimetri per 21, e all’interno vi era una piccola cassettina in legno. Come già spiegato sopra, dopo un primo accertamento da parte delle forze dell’ordine, le tre donne ferite sarebbero sconosciute, senza alcuna rilevanza pubblica. Attualmente stanno indagando la Digos e i carabinieri, e come appreso dall’Adnkronos, sarebbero stati esclusi gli ambienti dell’eversione.

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