Il cambio di proprietà, l’eliminazione dall’Europa League ma non solo: per la Roma si profila l’addio alla Borsa. Secondo quanto riporta La Verità, dopo la debacle registrata nella giornata di ieri, la società giallorossa potrebbe lasciare il “listino” milanese. Come vi abbiamo raccontato, la Lupa è passata nelle mani di Dan Friedkin e questo, insieme alla batosta di giovedì sera in Europa League contro il Siviglia, ha contribuito al crollo del titolo giallorosso in Borsa: la As Roma ieri ha perso il 25% dopo un pomeriggio trascorso in asta di volatilità.
La Verità spiega che la transazione è avvenuta a prezzo assai inferiore alla quotazione di Borsa che giovedì era pari a 0,53 – ieri era pari a 0,42 – e c’è un altro aspetto da non sottovalutare: parliamo dell’incognita sul prezzo dell’Opa obbligatoria che Dan Friedkin dovrà effettuare. In una nota congiunta di società e gruppo Friedkin, si legge che «potrebbe essere funzionale al delisting», ma le decisioni finali su questo aspetto saranno pubblicate soltanto quando l’operazione verrà conclusa.
La Roma attualmente è una delle tre società italiane quotate in Borsa, le altre sono Juventus e Lazio. Ma non è da escludere che anche loro facciano un passo indietro, considerando che l’emergenza coronavirus si è abbattuta violentemente anche sui ricavi delle società di calcio, con «affari e dividendi da Serie B» secondo La Verità. E tornano di moda le parole di Lamberto Cardia datate 2009, con l’ex presidente Consob che avvisò: «La quotazione delle società calcistiche è stata e resta un errore. Basta la dichiarazione entusiastica di un tifoso, una partita che va bene o va male, per far saltare un titolo avanti o indietro. Non si tratta di manipolazione, ma è certamente un’alterazione del buon funzionamento del mercato. La quotazione di queste società è da ristudiare».