Ennesimo episodio di violenza accaduto nei confronti del personale sanitario. L’ultimo ci giunge dal policlinico Gemelli di Roma, ed è raccontato da nursetimes.org. Un’infermiera sarebbe stata strangolata e presa a pugni in faccia dopo essersi rifiutata di eseguire quanto richiesto dai famigliari di un paziente. In base a quanto ricostruito, un anziano signore era giunto in pronto soccorso a seguito di una sospetta infezione alle vie urinarie. All’uomo era stato messo un catetere vescicale dopo il triage, e tale situazione, stando alla figlia del paziente, avrebbe peggiorato le condizioni del padre. Di conseguenza la stessa avrebbe chiesto all’infermiera di rimuovere il catetere, che però si è rifiutata: a quel punto è scattata la violenza, con la figlia dell’anziano che ha afferrato per il collo l’infermiera prendendola poi ripetutamente a pugni, e tentanto di strangolarla.



ROMA, INFERMIERA STRANGOLATA E PRESA A PUGNI: LA RICOSTRUZIONE DI QUANTO ACCADUTO

“Ero in servizio nel pronto soccorso – sono le parole della stessa dipendente sanitaria – e verso le 21.30 notavo una donna gridare: “Chi ha deciso di mettere il catetere a mio padre?” Passandole vicino le risposi di parlare col medico. E così mentre mi recavo in sala rossa per prendere direttive, la parente che gridava mi aggrediva alle spalle afferrandomi il collo e nonostante mi fossi riuscita a liberare ha continuato a sferrarmi pugni all’orecchio e sulla bocca. Il resto lo ha fatto il marito minacciandomi con frasi quali “T’ammazzo” e dandomi della poco di buono”. Nel frattempo sono stati avvertiti i carabinieri che una volta giunti sul posto hanno ricostruito l’episodio, risalendo quindi all’identità della coppia che ha aggredito l’infermiera. Si tratta di due cinquantenni residenti nel quartiere San Giovanni, che ora dovranno rispondere delle accuse nei loro confronti. Il Gemelli si è costituito parte civile: “Stante quanto ha riferito l’infermiera – la nota della struttura ospedaliera – e su indicazione del direttore sanitario, si ritiene utile la costituzione di parte civile anche per dare un tangibile senso di vicinanza agli operatori”.

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