Metropolitana in affanno a Roma? Colpa anche della gestione del personale. C’è una nota interna che “inchioda” l’Atac. Lo svela Repubblica, citando uno degli ultimi report interni dell’azienda che sta circolando in Campidoglio. La stazioni della metro A, B e B1 sono chiuse per la «carenza strutturale di risorse necessarie per la copertura delle stazioni, unitamente al significativo tasso di assenteismo» causato dalle «prescrizioni mediche e significativo ricorso agli istituti di legge». Si tratta cioè di malattie e permessi legati alla legge 104. Dunque, non c’è solo la questione dei mancati investimenti nelle manutenzioni dei treni e delle infrastrutture delle metropolitane ereditate dall’era grillina, ma anche il nodo delle assenze. Già il personale è sottodimensionato, poi si rivela pure “ballerino”.



Ad esempio, nel primo trimestre del 2022 il 17,53% dei dipendenti in media si è assentato. Un dato in peggioramento, visto che nel 2020 era il 16,67%, mentre l’anno dopo il 13,21%. Quelli che si assentano di più sono gli addetti al supporto dell’esercizio: il 29,96% da gennaio a marzo non si è fatto vedere. Quindi, nel complesso ogni giorno restano a casa 1.907 su 10.881 tra autisti, macchinisti, meccanici, operatori di stazione, impiegati e funzionari.



ATAC, METRO KO? ASSUNZIONI LA SOLUZIONE…

Un grosso problema per una Capitale. La stazione Libia della tratta B1 della metropolitana resterà chiusa fino all’11 giugno per la manutenzione delle scale mobili. Ma ogni giorno si registrano stop improvvisi anche sulle altre linee. Tanto che l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, legata all’Assemblea capitolina, ha realizzato una classifica aggiornata e interattiva, in tempo reale, per tenere il conto delle ore di chiusura collezionate dalle singole fermate. Sulla metro A dall’inizio dell’anno la stazione Re di Roma è rimasta chiusa in tutto per 29 ore. Un record. Sulla linea blu, in particolare la tratta B1, le fermate da Annibaliano a Jonio sono rimaste chiuse mediamente per 21 ore. C’è solo un modo per sanare questa emergenza: assunzioni. «Per garantire la copertura del 100% delle stazioni, sarà necessario procedere con l’acquisizione di risorse con funzione di operatore di stazione sulla base delle carenze rilevate». Il tema va discusso con il Comune di Roma, che ha appena terminato di occuparsi di Ama. Ora tocca ad Atac.

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