Una chiesa della periferia di Roma trasformata in una vera e propria piazza di spaccio. E’ quanto scoperto dalle forze dell’ordine lo scorso mercoledì, quando sei migranti sono stati arrestati a vario titolo per spaccio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. A riportare l’accaduto è il quotidiano Il Messaggero: nella chiesa apostolica di via delle Amazzoni a Torre Angela, ogni fine settimana si radunano centinaia di fedeli, quasi tutti di nazionalità nigeriana. Qui, tra cori gospel e sermoni del pastore, si consumava lontano da occhi indiscreti anche una vasta attività di spaccio di droga. I militari hanno trovato infatti oltre due chili di eroina all’interno di una delle tante chiese apostoliche sparse nella periferia della Capitale. La scoperta però è culminata in una vera e propria aggressione a scapito degli stessi agenti: i migranti poi arrestati, avrebbero prima tentato di occultare la droga nello sciacquone del water e poi aggredito le forze dell’ordine, prima di finire in manette.
ROMA, SPACCIO IN CHIESA: 6 MIGRANTI ARRESTATI
I sei migranti arrestati per spaccio di droga nella chiesa apostolica a Roma sono cinque giovani del Gambia e uno del Mali. All’arrivo dei militari, stavano dormendo nei locali della chiesa, un vero e proprio istituto ecclesiastico. Una scelta non casuale, quella legata alla chiesa apostolica di via delle Amazzoni a Torre Angela in quanto luogo insospettabile trasformato in quartier generale per nascondere l’eroina fingendo però di essere dei richiedenti asilo in cerca di aiuto. Gli agenti del commissariato Appia, sono giunti all’alba di mercoledì facendo irruzione nel salone delle cerimonie ma una serie di movimenti frenatici dei presenti avrebbero insospettito al punto tra richiedere un intervento più oculato. In tre trasportavano involucri di cellophane da una stanza ad un’altra mentre gli altri tre impedivano l’accesso agli agenti, bloccando la porta e colpendoli con calci e pugni. I poliziotti hanno riportato ferite guaribili in quattro giorni. Una volta arrestati e trasferiti in piazzale Clodio per la convalida, uno di loro ha rivendicato nel corso dell’interrogatorio la proprietà della droga senza tuttavia essere convincente. Si legge nelle carte: “Tutti loro sapevano a cosa sarebbero andati incontro in caso di sequestro dello stupefacente e hanno agito in sinergia”. Ma qual è la posizione del pastore apostolico? Sarà lui, forse, a fare chiarezza il prossimo 15 luglio nel corso del processo.