Cresce la tensione all’interno dell’Università la Sapienza di Roma, che si trova attualmente occupata dagli studenti di Cambiare rotta intenzionati a contestare (come avvenuto altrove in Italia) gli accordi tra gli atenei italiani e quelli israeliani, in un contro-senato accademico che si sta svolgendo con megafoni e striscioni in concomitanza con quello ufficiale. Da giorni la tensione era già alta per l’annunciata mobilitazione, ma oggi un tentativo di irrompere nell’aula dove si stava svolgendo il senato accademico è stato respinto dagli agenti della Digos.



Non sono (almeno per ora) stati necessari i manganelli alla Sapienza di Roma, perché dopo le prima tensioni tra polizia e Cambiare rotta, il collettivo sembra aver abbandonato la missione. “Studenti malmenati dalla polizia”, accusano in un video di poche ore fa condiviso su Instagram, denunciando “il clima di repressione nel paese contro chi alza la voce contro i crimini di Israele”. A far scatenare l’ira dei manifestanti di Cambiare rotta ci sarebbe preseumibilmente il rifiuto, secondo il collettino “ennesimo”, da parte della rettrice della Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, ad incontrare gli studenti alle ore 12 di oggi, “in modo da portare le nostre istanze nel senato accademico delle 14”.



La Sapienza di Roma occupata: Cambiare rotta rivendica il successo di Torino

Dietro alle tensioni alla Sapienza di Roma si nasconde il collettivo Cambiare rotta, già protagonista di azioni simili in altri atenei italiani, da Torino a Napoli e Bologna, passando anche per lo stesso ateneo romano. La richiesta al centro delle occupazioni è sempre la stessa, ovvero la rinuncia alla partecipazione dei bandi di collaborazione tra università promossi dal Maeci nei confronti degli atenei di Israele.

Il precedente che Cambiare rotta cerca di seguire alla Sapienza di Roma è quello dell’università di Torino, che ha deciso, dopo le mobilitazioni, di non partecipare ai bandi con Israele. Similmente, l’ateneo di Bari solo recentemente, ha interrotto l’incarico conferito alla fondazione Leonardo, tra le più prolifiche realtà produttive di armi in Italia. In tal senso va anche la recente lettera firmata da 1.700 docenti e ricercatori che, facendo un po’ il gioco di Cambiare Rotta, chiede al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di sospendere, alla fonte, i badi per evitare tensioni come quelle registrate alla Sapienza di Roma oggi, ma anche a Bologna meno di una settimana fa.