Giampaolo Rossi, informato notista politico del quotidiano romano il Tempo, analizza a mente fredda, nella pagina dei commenti di oggi, l’esito della crisi politica che ha investito la giunta Alemanno. Per Rossi la crisi avrebbe a tutti gli effetti «spaccato il Pdl romano». Durissimi i giudizi sul sindaco: «è inaffidabile un capo politico che sacrifica i suoi per salvarsi».



Per Rossi quella in essere nella capitale è una «situazione che non può durare», anche perché Alemanno è stato «abbandonato dai pochi politici di qualità a lui legati da solida amicizia, che sono in polemica con la sua gestione».

L’editorialista alza il tiro quando osserva che «Augusto Del Noce, il grande filosofo conservatore e cattolico che è appartenuto alle letture di formazione della destra giovanile, spiegava che l’eterogenesi dei fini che attraversa la storia si riflette sui disegni rivoluzionari sotto forma di dissoluzione degli intenti originari. Il rischio quindi per Alemanno è che invece di una pagina voltata si ritrovi con un sipario calato sull’esperienza storica del primo governo di destra a Roma».



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L’errore principale di Alemanno è stato quello di non aver voluto portare a termine un atto di forza che doveva essere «lineare, incisivo, diretto e di breve durata», per trasformarsi in una «casbah di conflitti e richieste che hanno coinvolto tutti», a partire dall’Udc fino a La Destra di Storace.

 

«La storica scommessa della destra su Roma ora si basa su una giunta che ha come nuovi assessori alcuni politici locali sicuramente non superiori a quelli che sono stati allontanati – conclude Rossi – un ex dirigente di Bankitalia e il presidente delle Acli, espressione di quel cattolicesimo di sinistra che non sarà mai una riserva di consensi per Alemanno. Il sindaco di Roma rischia di diventare una sorta di Rutelli di destra: benedetto dal Vaticano ma politicamente ininfluente».