Può essere una macchina da soldi imponente, ma anche una grande opportunità di carattere culturale. A giugno di quest’anno il Comitato olimpico internazionale deciderà l’assegnazione delle Olimpiadi del 2020, e Roma l’ha spuntata su Venezia come candidata ufficiale dell’Italia. Sarebbe una vera gallina dalle uova d’oro, come già le Olimpiadi invernali per Torino nel 2008. Aurelio Regina – presidente di Unindustria, la neonata associazione degli imprenditori delle provincie di Roma, Viterbo, Rieti e Frosinone – ci spiega il valore economico e non solo dell’evento. Da un lato un moltiplicatore degli investimenti «che nel Lazio per ogni euro investito ne genera 2,2»; dall’altro progetti «per coinvolgere tutte le scuole d’Italia nella promozione della candidatura di Roma e diffondere tra i più giovani i valori dello sport».



Dottor Regina, lei si è impegnato in prima persona per la candidatura di Roma a città olimpica, con la creazione della Fondazione Roma2020. In caso di vittoria, quali sono le opportunità che si aprirebbero per il sistema produttivo della città?

Le Olimpiadi producono effetti diretti ed indiretti e indotti sull’economia locale e nazionale da non sottovalutare. Nel caso di Roma 2020 una nostra prima stima indica 12,7 miliardi di investimenti per un fatturato locale di 24 miliardi di euro e un aumento dell’occupazione pari a 109 mila unità lavorative. Per 15 miliardi di euro investiti ne tornano indietro ben 33.



Abbiamo costituito la Fondazione per Roma 2020 proprio per supportare la realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali necessari allo sviluppo della capitale e per offrire alla città di Roma, all’Italia, al Coni ed alle imprese un luogo in cui condividere importanti piani di lavoro, dando tempi certi alle attività già in corso, a partire dalla mobilità e dal prolungamento delle linee metropolitane, all’ampliamento e il potenziamento dell’aeroporto, alla realizzazione della banda ultra-larga, al grande progetto ambientale del parco fluviale del Tevere. 

Ci guadagnerà solo la grande impresa o anche i piccoli imprenditori?



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Le piccole e medie imprese avranno un ruolo determinante perché il progetto di candidatura prevede più livelli di intervento. Il primo livello riguarda la realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali da parte delle grandi imprese, un secondo livello il coinvolgimento delle piccole imprese in varie iniziative su cui la Fondazione sta già lavorando. Per esempio nei prossimi mesi presenteremo il progetto dedicato alla scuola “adotta un impianto sportivo”, che è rivolto alle zone periferiche e disagiate della città e sul quale chiediamo la collaborazione di Roma Capitale. Si tratta di raccogliere, attraverso il contributo delle aziende private, le risorse necessarie all’acquisto di attrezzature sportive o alla ristrutturazione di alcuni impianti sportivi di base o scolastici, utilizzando la leva della donazione. Un progetto che potrà poi essere esportato in altre realtà territoriali.

 

Condivideremo l’intero progetto Roma 2020 con tutte le associazioni di Confindustria attraverso un Road Show, con l’obiettivo di coinvolgere la rete del Made in Italy e promuovere, insieme, le olimpiadi anche all’estero. Nel 2010 Confindustria ha festeggiato 100 anni di storia, è arrivato quindi il momento di ridare alle nostre imprese non solo opportunità economiche ma anche culturali.

 

Sul piano economico, invece, con Roma 2020 si stima un aumento dell’occupazione pari a 109 mila unità lavorative: questo vuol dire uno straordinario indotto occupazionale proprio per le piccole e medie imprese che saranno coinvolte direttamente in project financing nella realizzazione delle opere.

 

E ai semplici cittadini cosa ne verrà?

 

Una città diversa. I grandi eventi segnano la vita di chi li costruisce, di chi vi partecipa e, soprattutto, di chi vive nelle città. La sfida delle Olimpiadi deve agire prima di tutto come acceleratore per la riqualificazione di medio e lungo periodo della città, è un’occasione irripetibile per una vasta rigenerazione urbana che coinvolga mobilità e struttura ricettiva, il decoro del centro storico e delle periferie, patrimonio che resterà a tutti i cittadini di Roma.

 

Pensiamo a Mosca 1980 o a Los Angeles 1984, che ha decretato il ritorno degli Usa a potenza mondiale. In Europa abbiamo l’esempio straordinario di Barcellona. Efficace sia dal punto di vista urbanistico sia per la promozione turistica internazionale. Un caso che è divenuto occasione di identità e di orgoglio nazionale. Immagino la stessa trasformazione per Roma e, anche se non dovessimo vincere, credo avremo sfruttato a pieno l’occasione data dal progetto per le Olimpiadi, per esempio accelerando la realizzazione di opere che già fanno parte del piano strategico di sviluppo della città. 

 

Lei ha chiamato gli imprenditori a diventare i «veri sponsor» di questa candidatura. In pratica, di cosa c’è bisogno?

 

Poiché le Olimpiadi sono occasione di sviluppo economico, gli imprenditori non possono che esserne i veri protagonisti. In concreto con la Fondazione per Roma 2020 vogliamo offrire a Roma e al paese un “luogo aperto” in cui attuare un serio coordinamento di promozione di raccolta e gestione delle risorse necessarie per realizzare nel più breve tempo possibile i progetti infrastrutturali necessari.

 

Ma non è tutto, la Fondazione dovrà mobilitare tutte le imprese interessate ad accompagnare la candidatura di Roma fino a la 2013 – anno in cui il Cio sceglierà la città candidata – supportandola fino al 2020 con una forte azione di marketing e di comunicazione, contribuendo all’individuazione di una tempistica chiara per la realizzazione della complessa piattaforma urbanistica su cui si svolgeranno le Olimpiadi (trasporti, infrastrutture, sistema di sicurezza, sistemi tecnologici) e contribuendo alla promozione dell’immagine della città a livello internazionale. Giocherà quindi un ruolo determinante  l’intera rete delle imprese italiane: quelle realizzatrici delle infrastrutture, quelle che rappresentano il Made in Italy e ovviamente quelle che sponsorizzeranno l’evento. 

 

Dalla politica cosa vi aspettate? Sul piano nazionale si attraversa una fase di instabilità politica. Il governo vi è stato vicino?

 

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Lo scorso 24 novembre l’Unione degli Industriali di Roma ha presentato la Fondazione per Roma 2020 insieme alla Presidente di Confindustria Marcegaglia, al Sindaco di Roma Alemanno, al presidente del Coni Petrucci, al Ministro Romani e al Sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta. Mi sembra che la loro presenza sia stata un forte segnale di attenzione.

 

Venti giorni dopo la presentazione della Fondazione anche il Ministro dell’Istruzione Gelmini ha voluto lanciare il progetto “La Scuola per Roma 2020” per coinvolgere tutte le scuole d’Italia nella promozione della candidatura di Roma e diffondere tra i più giovani i valori dello sport. 

 

Il governo sta dimostrando di abbracciare con convinzione questa sfida e ha dimostrato di raccogliere con favore lo spirito della Fondazione che ha richiamato imprese ed istituzioni a fare quadrato intorno a questa candidatura, perché il metodo vincente per sostenerla passa attraverso una partnership pubblico-privato, un modello che vogliamo rendere duraturo e consolidato anche in Italia. 

 

I bookmakers danno Roma sfavorita rispetto alle rivali. Si è ancora in tempo per ribaltare il pronostico?

 

Certo, anzi, oggi posso affermare che siamo in anticipo su tutto il mondo, perché nessun’altra città si è ancora candidata ufficialmente. Quando il Cio nel 2011 procederà al primo incontro preliminare delle città candidate, Roma avrà già iniziato il suo percorso per il primo importante traguardo, quello del 2013. 

 

(Lorenzo Biondi)

 

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