È il tema all’ordine del giorno dei lavori parlamentari, eppure don Luigi Sturzo ne parlava già un secolo fa. L’Istituto Sturzo di Roma ha ospitato ieri la presentazione dell’ultimo volume della rivista “Atlantide”, intitolato «Equi, sussidiari, solidali. Federalismo fiscale e Big Society». E negli interventi dei relatori è emersa una convergenza naturale tra il pensiero del prete di Caltagirone e la questione – attualissima – del federalismo e della sussidiarietà.



Il presidente dell’Istituto, Roberto Mazzotta, ha introdotto i lavori partendo proprio dalle parole del fondatore del Partito popolare italiano. «Il federalismo – ha spiegato l’ex presidente della Popolare di Milano – è capacità di responsabilizzare gli amministratori di decentrare le decisioni e di costruire l’unità come somma delle libertà e non come coercizione centrale. Tutti principi che sono all’origine della dottrina sociale cristiana e sono la spina dorsale del pensiero di don Sturzo».



Il federalismo quindi è di destra, di sinistra o di centro? Mazzotta non ha mancato di ricordare che bisogna tenere a cuore l’obiettivo, i valori di fondo, senza restare vincolati alle rigidità degli schieramenti politici.

In un intreccio continuo tra suggestioni del passato e problemi dell’attualità, i relatori del convegno si sono poi soffermati ad analizzare il decreto Calderoli sul federalismo municipale, appena inviato al vaglio delle commissioni parlamentari.

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Alla storia e alla dottrina sociale cristiana ha fatto riferimento anche Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia alla Cattolica di Milano. Il professore ha spiegato: «Il federalismo, insegna Luigi Sturzo, è molto di più di una architettura istituzionale più o meno efficiente: esso è, prima di tutto, un modo di concepire il rapporto cittadino-istituzione nel quadro di una visione partecipativa della democrazia».

 

Nella seconda parte dell’incontro due “tecnici” si sono confrontati sull’agenda politica di questi giorni e sulla sostanza del decreto Calderoli. Massimo Bordignon, professore di Scienza delle Finanze in Cattolica, ha messo l’accento sui limiti del provvedimento, che «pensa all’oggi, ma non al domani e al dopodomani». Più positivo Luca Antonini, presidente della Commissione paritetica sul federalismo fiscale, che alla fine dell’incontro ha spiegato al Sussidiario i pregi della bozza all’esame delle Camere.

 

I due si sono trovati però d’accordo su diversi punti. Ad esempio, sul fatto che il superamento del sistema di finanziamento dei Comuni basato sulla spesa storica è un’innovazione fondamentale. Il metodo dei fabbisogni standard sarà un incentivo a razionalizzare la spesa, promuovendo la diffusione dei modelli economici più efficienti.