Giornata di annunci e smentite sull’annosa questione dei pedaggi sul Grande raccordo anulare di Roma. Ad aprire le danze è stato il presidente dell’Anas Pietro Ciucci: il Gra dovrebbe rientrare nella lista delle autostrade a gestione Anas su cui verrà introdotto un sistema di pagamento. La decisione ufficiale non è ancora stata presa: ci vuole un decreto del presidente del Consiglio, che ancora non è stato ultimato. È iniziato così il giro dei commenti: dalle smentite di Alemanno e Matteoli, alle critiche del centrosinistra.
Secondo le indiscrezioni sarebbero 1200 i chilometri di autostrade Anas su cui verrà istituito un pedaggio, su un totale di 1300. Ma il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ha spiegato che non è stata presa ancora nessuna decisione definitiva: «È in corso un approfondimento – ha detto il ministro – tenendo conto anche delle istanze degli enti locali ed in particolare di coloro che utilizzano le autostrade con frequenza, per motivi di lavoro o per collegamenti nell’ambito urbano. Dopo questa fase si procederà a redigere il testo definitivo del decreto che è in elaborazione».
Immediata anche la reazione di Gianni Alemanno: «Il Gra non sarà a pagamento» per i romani. Ma dalla provincia il presidente Zingaretti è intervenuto a sostegno dei pendolari residenti fuori dal territorio comunale, su cui si applicherà l’eventuale pedaggio.
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Il sindaco ha spiegato: «ll progetto dell’Anas è soltanto quello di far pagare gli accessi all’autostrada. Per la gente che si sposta su Roma il Gra è gratuito».
La smentita non è bastata a frenare la polemica. La nuova tassa infatti colpirebbe tutti i pendolari che dalla provincia si spostano verso la capitale. Dal Partito democratico Bruno Astorre, vicepresidente del Consiglio regionale, ha parlato del «solito scaricabarile delle responsabilità» tra governo e amministrazione capitolina; un meccanismo che rischia di avere ripercussioni «sulla pelle di cittadini, pendolari, studenti e aziende. Fatti salvi solo i romani, come si sono premurati di farci sapere dalla Giunta regionale e dal Comune di Roma».
Intanto dalla provincia di Roma il presidente Nicola Zingaretti annuncia un ricorso: «Contro questo iniquo balzello che colpisce studenti, lavoratori, pendolari di Roma e provincia siamo pronti a ripresentare un ricorso al Tar. Lo faremo appena questo governo, che si conferma il governo delle tasse, emanera’ il decreto su cui potremo ricorrere».
Un’ipotesi raccolta anche da Alemanno e dalla presidente della regione Renata Polverini. Il sindaco ha aggiunto: «Siamo pronti a sostenere il ricorso al Tar, annunciato oggi dalla Provincia di Roma». «Ribadisco che i romani non pagheranno il Raccordo. Vogliamo però intervenire -conclude Alemanno – anche a tutela dei pendolari e di tutti coloro che utilizzano questa strada con frequenza, per motivi di lavoro o di studio».