«Rinunciamo formalmente e definitivamente all’ipotesi di un Gran Premio di Formula 1 a Roma». Esordisce con queste parole nella conferenza stampa organizzata per l’occasione in Campidoglio, il sindaco di Roma Gianni Alemanno. L’idea di portare nella capitale la Formula 1 nasce e muore ,così, nel giro di diciotto mesi. La giunta Alemanno infatti pensò, già nel maggio 2009, al gran premio automobilistico potenzialmente tra i più seguiti al mondo per incrementare il turismo e soprattutto gli introiti e risollevare quindi la situazione delle casse comunali desolatamente vuote. Gravate dal taglio dell’Ici, e risollevate faticosamente dal piano straordinario di rientro ed dalla legge su Roma Capitale.



Attraverso queste mosse di tipo politico ed economico, la giunta Alemanno ha fermato l’emorragia del buco nei conti lasciato dalle precedenti amministrazioni. La Formula 1 quindi sarebbe stata la giusta idea anche per una giunta che non si è mai esposta alla ribalta dei salotti romani. Ma anche un altro tipo di progetto ambizioso è stato portato avanti nel tempo. Quello delle Olimpiadi del 2020. Queste due importantissime manifestazioni sportive, avrebbero sicuramente messo al centro dell’attenzione Roma e la figura del suo sindaco. Perché la rinuncia al Gran premio?



Da una parte la pressione dei cittadini organizzati anche in comitati (la lista è lunga: dal Comitato Salute ambiente Eur, al Comitato contro la Formula uno dell’Eur…) contro questo tipo di manifestazione sportiva, a loro modo di vedere troppo invasiva e particolarmente scomoda per una città che già soffre il traffico ordinario. Dall’altra la bocciatura ufficiale del patron della Formula 1 Bernie Ecclestone di pochi giorni fa, che in una lettera inviata direttamente ad Alemanno, ha dichiarato l’impossibilità di svolgere due Gran Premi all’interno dello stesso Paese. Ecclestone suggeriva infine di sostituire o di alternare il Gran premio di Monza con quello romano. Immediata, fin dall’inizio, la levata di scudi a difesa del Gran premio di Monza da parte della Lega Nord. Dal senatur Umberto Bossi, al ministro degli Interni Roberto Maroni, in molti hanno subito bocciato l’ipotesi di un Gran premio di Formula 1 romano in contrapposizione o addirittura in alternativa a quello brianzolo. Quindi un problema politico all’interno della stessa maggioranza governativa, in questi giorni alle prese con i numeri risicati alla Camera dei deputati e con lo scandalo Ruby, che ha ulteriormente indebolito la già fragile situazione del governo Berlusconi. Ecco quindi che ci pare confermata la tesi politica della rinuncia a questo progetto.



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Non a caso dopo la conferenza stampa di Alemanno si è fatto sentire il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Grazie per le parole chiare e definitive, del resto il sindaco lo aveva sempre detto che avrebbe fatto un passo indietro. Una posizione chiara, limpida, corretta che conferma l’importanza della collaborazione tra le città. Saremo al vostro fianco affinché la candidatura di Roma 2020 abbia successo».

 

 

Ora la giunta capitolina potrà concentrarsi esclusivamente sulla candidatura per le Olimpiadi del 2020, con un appoggio politico in più, quello del Nord. «Il presidente del Comitato promotore della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 sarà presentato ufficialmente il 22 e 23 febbraio, in occasione degli Stati Generali della città», ha annunciato Alemanno. La prima scelta rimane quella di Gianni Letta, in forse per il momento turbolento che sta attraversando il governo. Intanto il sindaco ha incassato anche l’appoggio di Franco Carraro, membro del Comitato Olimpico Internazionale: «Se l’Italia e Roma lavorano molto bene e con grande compattezza la missione di Roma, anche se molto difficile, non e’ impossibile. È una partita che si può anche vincere». 

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