Ieri mattina è stato consegnato al Tar del Lazio un ricorso dei Verdi contro la giunta Alemanno. Secondo il partito ambientalista, il Sindaco non avrebbe rispettato il principio di pari opportunità nell’elezione della nuova giunta. Infatti nella governo di Roma che conta 12 assessori, a rappresentare il gentil sesso figura solamente l’assessore alle politiche sociali Sveva Belviso. La giustizia amministrativa in alcuni episodi anche di un recente passato, (il caso limite fu quello della giunta della Provincia di Taranto sciolta dal Tar pugliese nel settembre 2009 per la totale assenza di rappresentanza femminile) ha sciolto la giunta a causa della ingiustificata mancata parità di diritti fra sessi.
Tramite l’avvocato Valentina Stafutti i Verdi hanno chiesto «che l’ordinanza del sindaco sia dichiarata illegittima perché da quanto emerso non è rispettato il principio delle pari opportunità, che è cosa differente dalle quote rosa. La costituzione agli articoli 3 e 51 stabilisce questo principio che viene recepito anche dall’articolo 5.3 dello Statuto del Comune di Roma». Non a caso, nell’articolo 5.3 dello Statuto capitolino, si fa riferimento ad un compito ben preciso del sindaco: quello di assicurare «una presenza equilibrata di uomini e di donne, motivando le scelte operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità».
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Evidenti nuove difficoltà in vista per Alemanno e la sua maggioranza, alle prese da tempo con visibili problematiche di gestione e ingombranti influenze della politica nazionale nelle scelte fatte. Secondo i critici la selezione della giunta è stata fatta principalmente tramite dei calcoli politici, non appartenenti alla sola logica romana. In proposito lo stesso Alemanno ha dichiarato che «Umberto Croppi (l’ex assessore alla Cultura) ha lavorato bene, tutti lo riconoscono, però purtroppo in consiglio comunale non aveva appoggi con la sua scelta di avvicinarsi al Fli e con le sue scelte culturali non c’era un solo consigliere disponibile ad appoggiarlo».
(Jean Philippe Zito)