ROMA. Dopo i due mesi da incubo dovuti al rogo nella stazione Tiburtina, continuano i disagi per i tanti pendolari che ogni giorno devono raggiungere la capitale: martedì mattina, presso la stazione di Zagarolo, è arrivato intorno alle 8 il regionale 3358 partito da Frosinone alle 7.19, ma era strapieno e poteva accogliere solo qualche decina di passeggeri, lasciandone invece a terra centinaia, costretti a dover aspettare il convoglio successivo per raggiungere Roma Termini. A quel punto è scoppiata la rivolta, tra tafferugli, urla, insulti e qualcuno che addirittura è sceso sui binari bloccando la strada del 3358 che è ripartito solo intorno alle 9, dopo l’intervento dei carabinieri e la decisione del macchinista di aprire le due carrozze chiuse, «impraticabili» secondo il sindaco di Zagarolo Giovanni Paniccia: «Tra l’altro – ha commentato il primo cittadino – stiamo andando incontro ai mesi invernali durante i quali spesso succedono cose incredibili: niente riscaldamento, aria fredda che entra dappertutto, carrozze spesso sporche. Anche forte della mia esperienza, posso dire che non si contano i ritardi al lavoro per colpe delle condizioni di viaggio». Circa tre mesi fa, invece, un’altra clamorosa protesta dei pendolari del Lazio era avvenuta nella stazione di Ladispoli, dove gruppi di viaggiatori avevano occupato i binari dopo la soppressione di un treno. Un mese prima un’altra rivolta, per protestare contro «i continui ritardi, la mancanza di informazioni, le soppressioni delle corse, la sporcizia e il sovraffollamento nelle ore di punta», aveva detto il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica. In quel caso, centinaia di pendolari erano scesi sui binari della stazione di Monterotondo, paralizzando per oltre cinque ore il traffico sulla linea Fr1, Orte-Fiumicino. La nuova protesta di Zagarolo avviene dopo l’annunciata riapertura della stazione Tiburtina, l’avvio di un nuovo programma di circolazione treni, due nuovi binari e quattro treni in più sulla linea Fr2: «Abbiamo ripristinato i collegamenti come promesso ai pendolari e grazie ad una riorganizzazione del servizio abbiamo ottenuto un incremento del 5% rispetto all’offerta che già esisteva. – ha detto pochi giorni fa l’assessore alla mobilità della Regione Lazio, Francesco Lollobrigida, dopo essersi recato ai binari 1 e 2 Piazzale est per un sopralluogo – Si tratta di quattro treni in più sulla tratta Fr2 Roma-Tivoli. E’ in corso di definizione, per quanto riguarda in particolare la Fr2, anche il nuovo modello di servizio che ratifica gli accordi intrapresi con la Regine Abruzzo e che porterà ulteriori benefici agli utenti». IlSussidiario.net ha chiesto un parere all’esperto di trasporti, Andrea Bicotti: «Evidentemente offerta e domanda non riescono a trovare un equilibrio, e questo accade molto spesso nel trasporto pubblico locale e nel trasporto ferroviario. C’è un problema serio che riguarda i pendolari, sia di risorse e sia per come queste risorse vengono utilizzate: solo per fare un esempio, la Regione Lazio non ha mai fatto una gara vera e propria per assegnare il servizio per il trasporto regionale, ma è stato assegnato direttamente a Trenitalia, oltretutto con un contratto secondo cui i costi sono legati ai costi dell’azienda, quindi più l’azienda è inefficiente, più Trenitalia riceve i sussidi pubblici, e questa è proprio un’assurdità che credo avvenga solo in Italia. Quindi proprio su questa difficoltà della Regione nel fare bene gli accordi sul trasporto pubblico locale, Trenitalia riesce a guadagnare molto, ad esempio gonfiando i costi dell’azienda per ricevere più sussidi. Evidentemente c’è un problema, e gli stessi fondi pubblici potrebbero essere usati da altre imprese, magari straniere, per offrire un servizio migliore.



Questo avviene perché in Italia il servizio del trasporto pubblico locale ferroviario non è mai stato liberalizzato, anzi negli ultimi anni siamo andati proprio nella direzione opposta, perché tra dal 2009 in poi il governo ha emesso delle leggi che di fatto hanno bloccato il mercato: in primo luogo sono stati dati 480 milioni di euro solamente a Trenitalia per il servizio di trasporto pendolare, penalizzando tutte le altre imprese che volevano partecipare ad eventuali gare. Inoltre sono stati fatti contratti di sei anni più altri sei che di fatto bloccano il mercato per dodici anni, periodo in cui la situazione molto difficilmente potrà migliorare. Non vedo quindi niente di positivo per il futuro, le Regioni hanno sempre meno risorse, i contratti sono bloccati, per cui la situazione potrà solo peggiorare». Andrea Bicotti ci spiega poi che il Lazio «è proprio l’esempio di come sono fatti male i contratti regionali, dove è stata inserita la tratta Roma-Termini-Fiumicino con dei margini di redditività enormi, e che quindi non può essere considerato  un servizio regionale che necessita i sussidi, eppure rientra nel servizio. Questo è un caso scandaloso, perché la Regione non sa con certezza quanto guadagna Trenitalia su questa tratta, ma il biglietto costa 14 euro per circa 31 minuti di viaggio, quindi con margini di guadagno elevatissimi». Riguardo alla riapertura della stazione Tiburtina, Bicotti è convinto che «il trasporto non migliorerà, ma torneremo ai livelli pre-incendio che, secondo il mio parere di utilizzatore del servizio, non sono neanche accettabili. Anche se è avvenuto un leggero aumento delle corse, il vero problema è che non è mai stata fatta una gara per assegnare questo servizio, cosa che si fa invece in quasi tutti i paesi europei. A rimetterci sono come sempre i passeggeri, perché spesso neanche esistono mezzi alternativi concorrenziali per arrivare a Roma, e prendere la macchina è impensabile, visto il traffico cittadino di quelle ore».



 

(Claudio Perlini)

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