La nuova stazione dell’Alta Velocità di Roma Tiburtina aprirà i battenti il 28 novembre dopo il devastante incendio del 24 luglio scorso. Lo ha annunciato l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, precisando che quello romano sarà il primo a partire dei sei nuovi hub dedicati alle linee veloci. Il battesimo della nuova Tiburtina era inizialmente previsto per giugno, ma era presto slittato al 10 ottobre. Questo ulteriore ritardo  si spiega con la necessità di ricostruire la pavimentazione deteriorata dal passaggio delle autocisterne dei Vigili del Fuoco. La nuova stazione avrà due ingressi, uno sul lato della Nomentana, l’altro su quello di Pietralata, ed è stata realizzata grazie a un investimento di 330 milioni di euro per una superficie di 50 mila metri quadrati e venti binari. Al suo interno è prevista anche una vasta galleria commerciale e, secondo le previsioni, vi circoleranno più di 140 mila passeggeri al giorno, vale a dire oltre cinquanta milioni all’anno. Si può quindi dire che finalmente, anche se con qualche difficoltà, la stazione Tiburtina torna alla normalità. Nei giorni scorsi l’assessore alla mobilità della Regione Lazio, Francesco Lollobrigida, si è recato ai nuovi binari 1 e 2 Piazzale est per un sopralluogo, dopo l’avvio di un nuovo programma di circolazione e quattro treni in più sulla linea Fr2: «Abbiamo ripristinato i collegamenti come promesso ai pendolari e grazie ad una riorganizzazione del servizio abbiamo ottenuto un incremento del 5% rispetto all’offerta che già esisteva. Si tratta di quattro treni in più sulla tratta Fr2 Roma-Tivoli. E’ in corso di definizione, per quanto riguarda in particolare la Fr2, anche il nuovo modello di servizio che ratifica gli accordi intrapresi con la Regine Abruzzo e che porterà ulteriori benefici agli utenti». Inoltre sono tornati alla normalità tutti i percorsi dei treni delle altre linee regionali che dalla fine di agosto erano stati modificati, e sono state anche ripristinate tutte le tratte regionali veloci da e per Viterbo, Ancona, Perugia, Foligno e Firenze che dal 9 ottobre partono e arrivano dalla stazione Termini della capitale con fermata intermedia a Tiburtina. Il sindaco Gianni Alemanno ha definito questo fatto «molto importante perché dopo quell’incendio alla stazione Tiburtina, quella grande situazione di difficoltà, le Ferrovie dello Stato hanno sbloccato questi binari. È un segnale del fatto che il cantiere andava avanti e noi il più presto possibile, secondo i tempi prestabiliti, riusciremo non soltanto ad avere la stazione funzionante ma anche a sistemare tutto il nodo automobilistico della più importante stazione del futuro, la stazione Tiburtina». IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Oliviero Baccelli, vicedirettore Certet (Centro di economia regionale dei trasporti e del turismo dell’Università Bocconi) e docente di Economia dei trasporti«Questa riapertura rappresenta sicuramente uno stimolo importante, anche per quello che accadrà nella tarda primavera dell’anno prossimo, quando tutto sarà completato dal punto di vista dell’accoglienza. Per ora è stato sistemato l’aspetto delle infrastrutture, ma la stazione è senza dubbio ancora da completare. Tiburtina diventerà il nuovo polo di interscambio con l’Alta Velocità, con le linee e gli autobus regionali e con la metropolitana, e proprio per questo è importante che sia funzionale al 100%. Adesso ancora non lo è, perché l’impatto dei cantieri ancora è importante, e la causa del ritardo dell’inaugurazione sembra essere la ricostruzione della pavimentazione, ma ci sono tantissime variabili che possono incidere.



Dal punto di vista tecnico, ogni intervento nei nodi ferroviari d’Italia ha subito dei ritardi notevoli a causa di una serie incredibili di problematiche legate a tutte quelle infrastrutture che inevitabilmente si intrecciano con il cantiere, e si tratta di problematiche difficilmente risolvibili che si presentano giorno dopo giorno». Riguardo l’investimento di 330 milioni di euro, Baccelli spiega che «quello principale è stato di tipo urbanistico, e non riguarda l’Alta Velocità. I costi sono stati necessari per un riordino urbanistico più che trasportistico, e che quindi hanno riguardato principalmente i cantieri. Resta comunque il fatto che per la vera stazione ci sarà ancora molto da aspettare, perché fino a ora sono stati sistemati gli aspetti di ordine tecnico relativo a binari e marciapiedi, ma la nascita della nuova Tiburtina, pienamente funzionale e completa, avverrà gradualmente solo verso il mese di aprile dell’anno prossimo. Questo non comporterà comunque nessun altro disagio per i pendolari, perché ora mancano solo gli aspetti urbanistici e commerciali, ma dal punto di vista ferroviario tutto è tornato alla normalità. Il rinnovamento della stazione Tiburtina sarà un bel simbolo per l’Alta Velocità, come lo è stato anche quello della stazione Termini e così come speriamo possa essere quello della stazione Ostiense, un’altra bella sfida per la capitale. Date le dimensioni del contesto di riferimento, è corretto quindi ragionare in un’ottica di tre poli a Roma, per cui la nuova Tiburtina rappresenta sicuramente un grande passo in avanti verso una città migliore».      



 

(Claudio Perlini)

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