A un uomo di una cinquantina d’anni non sono andate giù la parole con le quale il leader di Sel, Nichi Vendola, ha apostrofato i black bloc, definendoli barbari. E, a margine di  una manifestazione della Fiom a Piazza del Popolo a Roma, lo ha aggredito, urlando al presidente della Puglia: «i black bloc non sono barbari». Poi, lo ha spintonato, gridandogli. «sei un pezzo di m…». Nichi Vendola, poco prima di essere aggredito, aveva dichiarato: «Sono qua perché condivido il desiderio di tornare a vedere la piazza occupata dalla politica anziché dalla guerra». La manifestazione,intanto, è proseguita. Alcune migliaia di lavoratori iscritti alla Fiom e provenienti da Fiat e Fincantieri sono scesi in piazza contro la crisi che sta colpendo le proprie azienda, per protestare contro i tagli del governo e per chiedere l’abolizione dell’articolo 8 della legge finanziaria che prevede, per la azienda, la possibilità, di stipulare contratti in deroga a quelli nazionali.



I metalmeccanici hanno sfilato, partendo ad Villa Borghese per giungere in Piazza del Popolo dove si è svolto il sit stabilito dopo il il divieto di corteo imposto dalla giunta in seguito alla manifestazioni delle indignati, che hanno causato danni per milioni di euro, Alla manifestazione, in seimila sono arrivati da tutta Italia con i pullman. L’adesione dei lavoratori della Fiat è stata pari al 50 per cento, con punte del 70 in quegli stabilenti dove è maggiore il lavoro. Tuttavia, secondo il Lingotto, l’adesione si è fermata all’11 per cento. Si è trattato, alla fine, di un mini-corteo che, in ogni caso, ha paralizzato per mezz’ora circa il Muro Torto. A tal proposito,il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha dichiarato: «In piazza dobbiamo pure arrivarci. Non possiamo mica volare». Parlando dal  palco, e riferendosi sia alla Fiat che a Fincantieri, Landini si è detto convinto della necessità di realizzare nuovi prodotti, e di investimenti sulla «mobilità sostenibile». Secondo il capo dei metalmeccanici, le aziende «hanno una responsabilità sociale e ricordiamo che se la Fiat è stata quella che è stata è grazie a chi ha lavorato nell’azienda e ai soldi pubblici».

Anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, è intervenuta, attaccando l’ad della Fiat, Sergio Marchionne. Riferendosi al fato che è, da tempo e da molti ritenuto un grande innovatore, si è domandata: «E qual è l’innovazione di chi ha chiuso tre stabilimenti e non ha neanche creato un posto di lavoro negli altri?». Secondo il leader sindacale, «Il suo approccio è quanto di più antico e conservatore che ci sia», addirittura, da «padrone delle ferriere». 

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