Giornata di estremo disagio a Roma, ma non solo, per lo sciopero decretato da varie sigle sindacali. Si tratta in realtà di due diversi stop al lavoro per un totale di 24 ore di agitazioni indette da  Faisa Cisal in Atac e dal Sul in Roma Tpl; e quella di 4 ore, indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Faisa Cisal e Sul. Gli scioperi riguarderanno tutto il servizio di trasporto della regione dalle 8.30 alle 12.30. Le linee della metropolitana A e B sono state del tutto chiuse. Si corre dunque il rischio della paralisi del traffico totale, anche perché a Roma come in altre città italiane si stanno svolgendo i cortei dei lavoratori del trasporto, ma anche quelli degli studenti che protestano contro il nuovo governo definito dei banchieri, il governo Monti inaugurato ieri. Al momento a Roma oltre la chiusura delle linee metropolitane sono chiuse anche le Ferrovie urbane: Roma-Lido; Termini-Giardinetti e Roma-Viterbo chiuse. Problemi anche con i mezzi di superficie, alcune linee potrebbero essere chiuse anch’esse così come sono a rischio le 73 linee periferiche di Roma Tpl. Intanto a Rma come dicevamo manifestano gli studenti universitari che protestano contro le “politiche liberiste e capitaliste” del nuovo governo. Oltre ai cortei di stamattina nel pomeriggio qualche centinaio di studenti si recherà a Palazzo Madama in contemporanea con il discorso di Mario Monti e le operazioni di voto di fiducia al nuovo esecutivo per formare un sit-in. Il portavoce nazionale dei Cobas ha intanto rilasciato una nota sull’agitazione dichiarando che gli obiettivi di questo governo sono già chiari: cancellare progressivamente le pensioni di anzianità, introdurre i licenziamenti facili anche nel pubblico impiego; privatizzare i servizi pubblici locali in barba all’esito dei referendum; bloccare i contratti del pubblico impiego per altri quattro anni, almeno. I Cobas denunciano anche il nuovo ministro dell’istruzione Profumo, il quale secondo i Cobas vuole “trasformare le nostre scuole in aziende. Teorizza che gli studenti debbano essere anche imprenditori e al Politecnico di Torino si vanta di aver costituito 105 mini aziende interne e ottenuto 16 fondi di finanziamento. Noi ci opponiamo a questa visione basata esclusivamente sul profitto”



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