Roma. Tutto pronto per una nuova domenica a piedi nella capitale: il 20 novembre potranno infatti solo circolare i mezzi Euro 5, quelli alimentati a gpl, metano, a trazione elettrica, gli ibridi e le moto Euro 3 all’interno della fascia verde della città, dove verranno potenziate 86 linee del trasporto pubblico locale (clicca qui per le informazioni sullo stop alle auto e l’orario sul blocco del traffico a Roma). In questi ultimi giorni nella capitale sono stati registrati altissimi livelli di polveri sottili, ed è la prima volta che l’amministrazione Alemanno ricorre a provvedimenti antismog così drastici. Questo provvedimento non trova però l’approvazione dell’Adoc, l’associazione dei consumatori, che arriva addirittura a definire questa domenica a piedi “inutile e dannosa”. Il presidente dell’Adoc, Carlo Pileri, ha detto che «per anni i romani hanno patito inutili e gravi disagi,  considerando poi che non c’è stata una sostanziale riduzione del volume di traffico e del livello d’inquinamento. La tutela ambientale non si ottiene con un semplice blocco della circolazione settimanale per una parte delle vetture ed è stato più volte dimostrato scientificamente». IlSussidiario.net ha chiesto un parere a Antonio Ballarin Denti, professore ordinario di Fisica dell’ambiente e direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia: «La politica, tipica delle emergenze, di bloccare per un giorno il traffico di una città è sostanzialmente inefficace dal punto di vista del miglioramento della qualità dell’aria. Diverse valutazioni scientifiche fatte anche a Milano hanno dimostrato che avviene certamente un calo intorno al 20% dell’inquinamento, ma limitatamente a quella particolare giornata, perché già il giorno dopo i valori si riallineano a quelli soliti. Per cui, pensando alla tutela della salute, quella delle domeniche a piedi non è poi una misura così efficace, ma a mio giudizio si tratta di un provvedimento che  ha un effetto più che altro psicologico, sociale e proiettato a una sorta di educazione ambientale: lo scopo è quello di sensibilizzare il cittadino di fronte ad una realtà che non viene spesso percepita ma che esiste, cioè che l’inquinamento dell’aria e le polveri sottili hanno un’incidenza notevole sulla salute, sull’aspettativa di vita e su molte patologie, soprattutto nei settori di popolazione più esposti, come bambini, anziani e malati. Quindi richiamare in un modo quasi coercitivo e drastico l’attenzione dei cittadini su questa minaccia per la salute ha un effetto pedagogico dal punto di vista dell’educazione civica e sociale ancorché, ripeto, la misura in sé sia molto poco efficace. Ritengo quindi che questo provvedimento possa davvero rivelarsi utile solo se associato ad un’azione di informazione e di sensibilizzazione, che si traduca poi per esempio in un cambio di comportamenti da parte dei cittadini, come usare più i mezzi pubblici e meno l’automobile o abbassare la temperatura del riscaldamento nelle abitazioni. Se questo non avviene è chiaro che questa misura resta una pura testimonianza quasi completamente inutile».



Domenica, infatti, i volontari delle tante associazioni ambientaliste si incontreranno in via dei Fori Imperiali per l’organizzazione di vari eventi messi in campo dal Comune: Legambiente, dalle 10 alle 13.30, coinvolgerà i bambini in giochi dove il tema principale sarà l’ambiente e l’inquinamento atmosferico, ma anche l’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici come scelta responsabile. “Italia Nostra” organizzerà invece alle 11 una visita guidata a Villa Silvestri Rivaldi al Colosseo e dalle 11.30 darà vita a diversi spettacoli come “I romani a teatro”, “La trasformazione dei Fori Imperiali” e il “Il lusso dei Romani”. Il professor Antonio Ballarin Denti continua a spiegarci che «il livello delle polveri sottili, specialmente nella stagione invernale, risente fortemente delle condizioni meteorologiche: giornate di alta pressione, assenza di vento e il fenomeno atmosferico chiamato “inversione termica”, cioè quando l’aria, salendo, si riscalda invece di raffreddarsi, sono tutte condizioni, presenti soprattutto in pianura padana ma che possono verificarsi anche in altre realtà italiane, che possono portare a un accumulo di inquinanti al suolo. E’ come se il volume in cui gli inquinanti possono essere diluiti diminuisca, e quindi di conseguenza a parità di emissioni aumenta la concentrazione degli inquinanti. Nel caso di Milano è infatti noto che nella stagione invernale, quando avvengono questi fenomeni meteorologici, si triplica la concentrazione degli inquinanti al suolo». Quindi, secondo Ballarin Denti, «tutto dipende da come questo provvedimento verrà gestito: al divieto bisogna assolutamente associare un forte potenziamento dei mezzi pubblici, perché non si possono costringere i cittadini a restare chiusi nelle loro abitazioni. Inoltre questa domenica di stop deve essere accoppiata ad un’azione di sensibilizzazione nei confronti a metodi di trasporto alternativi, come l’uso della bicicletta, che in Italia è inspiegabilmente basso rispetto ai livelli di altre città europee che oltretutto sono anche molto meno avvantaggiate di noi dal punto di vista meteorologico, mentre Roma, grazie al suo clima mite durante quasi tutto l’anno , è la città ideale per l’uso di questo mezzo.



Quindi se, insieme al divieto, le amministrazioni si impegnano a mettere in campo altre iniziative in cui i cittadini possano anche divertirsi oltre che esser sensibilizzati su questo tema, allora una domenica così può rivelarsi davvero utile, altrimenti avrebbe come scopo solo quello di creare disagi e irritare i cittadini». Chiediamo infine al professor Ballarin Denti quanto sia preoccupante la situazione capitolina, in relazione anche alle altre grandi città italiane: «In linea di massima la situazione di Roma è nettamente migliore a quella per esempio della pianura padana, un bacino a basso rimescolamento e ad alta concentrazione antropica, che si presta perfettamente all’accumulo di inquinanti. Roma è una città caratterizzata da maggiore ventosità e da una minore concentrazione di sorgenti di emissione, però anche la capitale presenta dei momenti di criticità sia per le polveri sottili che, soprattutto nei periodi estivi, per l’ozono. Quest’ultimo è un inquinante che a torto viene spesso trascurato, perché in realtà incide notevolmente sulla funzionalità delle vie respiratorie, ed è presente soprattutto d’estate perché richiede l’energia fornita dal Sole, che attiva delle reazioni chimiche che lo generano. Non è facile individuare una politica di abbattimento dell’ozono, però bisogna essere consapevoli che rappresenta un grande rischio per la salute non inferiore probabilmente delle PM10, e Roma ne soffre molto».



 

(Claudio Perlini)