«E’ stato approvato il secondo decreto su Roma Capitale, che si può considerare la parte finale dell’approvazione che era già avvenuta della legge ordinaria proveniente direttamente dalla Costituzione: il comma 3 dell’articolo 114 recita infatti che Roma è la Capitale d’Italia e che appunto la legge ordinaria ne disciplinerà l’ordinamento. Questa legge, approvata da Camera e Senato già due anni fa, portava due deleghe: la prima è stata risolta a settembre dello scorso anno quando il Capo dello Stato, proprio per suggellare questa cosa, è venuto in visita in Campidoglio dove abbiamo spiegato cosa fosse il primo decreto su Roma Capitale, quello che riguardava l’aspetto formale e l’istituzione come tale di Roma Capitale e non più del Comune di Roma». Il Senatore Mauro Cutrufo, intervistato da IlSussidiario.net, commenta l’accorpamento di alcuni municipi previsto a Roma, che da 19 dovrebbero entro poco tempo diventare 15: «Molto semplicemente, – continua Cutrufo – Roma non è più un comune dallo scorso anno. Lo sono circa altre 8.100 città , ma Roma no, e non è neanche una Regione o una Provincia ma, recita la legge, è un ente locale speciale con deleghe particolari da parte dello Stato, della Regione e della Provincia di poteri, e arriviamo così al secondo decreto che doveva occuparsi proprio di questo aspetto, o meglio ancora dello spessore dei poteri e funzioni amministrative già individuate con il primo decreto».



Vista la lunga serie di adempimenti da portare a termine, i tempi appaiono abbastanza ristretti, e nel 2013 si dovrà andare al voto già con la nuova mappa amministrativa della Capitale. Crede che sarà possibile rispettare i tempi?

Il progetto non risulta poi così complicato, e il 2013 è ancora abbastanza lontano. La legge dice che entro sei mesi dall’approvazione del secondo decreto, che avverrà in via definitiva entro febbraio del prossimo anno, la città Capitale si deve dotare di un nuovo Statuto all’interno del quale è compresa la questione dell’ accorpamento dei municipi, che da 19 passano a 15, e delle loro funzioni amministrative. Credo quindi che il tutto potrà essere pronto per ottobre 2012.



Su varie testate si legge che da vice sindaco, il suo progetto prevedeva di scomporre e ricomporre alcuni Municipi in base alle rispettive vocazioni territoriali, mentre oggi si punta maggiormente a delineare una mappa che tenga conto dell’evoluzione urbanistica della città.

Io questa cosa non l’ho mai detta.  Lo ha scritto una volta un giornale e tutti gli altri giornalisti hanno preso questa notizia come vera. Non l’ho detto perché non ci credo, perché sarebbe veramente stupido mettersi a scomporre i territori quando abbiamo viceversa territori piccolissimi che possono essere accorpati anche perché omogenei. Nego quindi assolutamente di aver mai sostenuto che bisognasse scorporare dei municipi e territori, progetto che avrebbe creato solo difficoltà ai cittadini.



Cosa intende quando dice che due municipi possono essere accorpati perché “omogenei”?

L’accorpamento prevede di unire due municipi per farne uno solo, e non prendere parte di uno e parte di un altro, perché la scorporazione presenta troppe difficoltà. A Roma possiamo facilmente vedere delle omogeneità naturali: i municipi I e XVII hanno dei punti in comune notevolissimi, perché insieme costituiscono per l’87% l’accoglienza turistica romana, quindi significa che l’87% dei turisti che vengono a Roma, che in totale sono 14 milioni ogni anno, dormono nel I e nel XVII municipio.

Quali potranno essere i maggiori benefici e i maggiori ostacoli alla realizzazione di questo progetto?

Il beneficio più importante è senza dubbio un notevole risparmio, perché avverrà un abbattimento di ben cento consiglieri municipali, di quattro giunte e di quattro presidenti. Non vedo invece particolari ostacoli, perché si tratta di una legge, di una norma, che quindi dovrà essere realizzata: la città Capitale è obbligata entro sei mesi dall’approvazione del secondo decreto ad emanare il nuovo Statuto, e per i cittadini rappresenterà sicuramente una semplificazione, che consentirà dal punto di vista amministrativo di muoversi in modo più snello.

C’è secondo lei il rischio che attraverso l’accorpamento un particolare municipio possa perdere la propria identità?

I territori in questione sono quelli più piccoli, cioè il municipio III, VI, XVII e il IX. Solo per fare un esempio, il municipio III è otto volte più piccolo del XIII e conta circa 60 mila abitanti, mentre il XIII sta intorno ai 180 mila. Ecco quindi che accorpare il municipio I col XVII significa innanzitutto dare una dignità ad un’estensione più bassa, e offrire una maggiore attenzione alla popolazione: infatti, se accorpassimo i municipi I, XVII, II e III si arriverebbe a crearne uno nuovo con mezzo milione di abitanti, e questo è proprio l’altro paletto che è stato messo. L’accorpamento dovrà necessariamente portare alla creazione di nuovi municipi medi che non superino i 300 mila abitanti, ma in ogni caso resta il fatto che ad approfondire e a decidere sarà la commissione preposta e la giunta degli assessori, quindi l’Assemblea capitolina.

 

(Claudio Perlini)

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