«Il collegamento tra Termini e Fiumicino esiste, ma presenta numerosi problemi di qualità. Il trenino Fiumicino-Termini viaggiava su un binario pessimo, che non arrivava in testa alla stazione e costringeva i passeggeri a dover percorrere un tratto neanche così breve a piedi, con il rischio di perdere il treno. Da poco questo treno è stato spostato di binario ma resta il fatto che si tratta di un servizio veramente troppo caro, cioè 15 euro a persona». Ad affermarlo è Marco Ponti, ordinario di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano, intervistato da Ilsussidiario.net riguardo i possibili sistemi intermodali, la nuova stazione Tiburtina e il rapporto tra ferrovie e aeroporti.



Quando potrebbe essere importante lo sviluppo di un vero sistema intermodale?

Siamo sicuramente tutti d’accordo su questo aspetto, ma sono proprio curioso di vedere chi pagherà per questi raccordi ferroviari. Si tratterebbe di soldi chiesti allo Stato a fondo perduto, quindi ai contribuenti. Se le ferrovie si mettessero d’accordo con gli aeroporti per costruire queste linee di raccordo, come poi è successo anche in qualche Paese europeo, sarebbe perfetto, ma non si possono chiedere altri fondi allo Stato.



Cosa pensa delle proteste dei viaggiatori riguardo la stazione Tiburtina, secondo cui a fronte dei 330 milioni spesi per la Tav, siano però stati tagliati i fondi per il trasporto regionale?

E’ un tema su cui andrei molto cauto, perché le ferrovie costano molto caro ai contribuenti, che hanno sborsato mediamente sei miliardi di euro l’anno. Quindi, con la crisi finanziaria in cui viviamo, non posso non essere d’accordo sul fatto che le ferrovie adesso debbano chiedere meno allo Stato, che è costantemente in bolletta. Ovviamente, facendo attenzione al vero saldo di bilancio, qualcuno sarà danneggiato e si lamenterà, ma non dimentichiamo che abbiamo tariffe che sono comunque molto più basse che nel resto d’Europa. Sto comunque facendo un discorso generale, perché se poi il servizio è scadente allora su questo le proteste sono giustificate. E’ però necessario chiarire la questione dei pendolari.



Si spieghi meglio.

Mediamente, i pendolari che vanno in treno rappresentano il 5% del totale. Un altro 25% va in autobus e non fiata, nonostante il servizio sia spesso molto scarso, e l’altro 70% viaggia in macchina e, pur stando costantemente in coda, anche in questo caso non si lamenta nessuno. Quindi il problema dei pendolari va visto ricordandosi sempre che quelli ferroviari sono solo una stretta minoranza del totale.

Secondo lei la “guerra” tra aereo e treno è davvero finita?

Sì, la guerra tra aereo e treno è finita, anche se momentaneamente, perché c’è sempre la possibilità che a spese dei contribuenti vengano costruite altre linee forsennate di alta velocità, per esempio la Napoli-Bari o la Napoli-Reggio Calabria: in questo caso si potrebbe avere un’erosione del vantaggio dell’aereo anche su altre relazioni, ma la situazione finanziaria del Paese è tale che un progetto come questo sembra improbabile.

Cosa accadrà invece con l’arrivo della NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori)?

E’ una questione che riguarda certamente più la concorrenza interna alla ferrovia, perché il servizio offerto e la competizione con l’aereo sostanzialmente non cambia rispetto a prima. I treni viaggiano circa alla stessa velocità quindi i tempi di percorrenza saranno molto analoghi, e chi ha fretta guarda più che altro a questo aspetto. C’è forse un aspetto che potrebbe pesare: le Ferrovie dello stato fanno dei profitti a spese dei contribuenti perché non sono loro a pagare l’infrastruttura, e con l’alta velocità adesso fanno dei profitti straordinari, quindi la concorrenza di Ntv potrebbe abbassare le spese per tutti, per la grande gioia dei viaggiatori, e in questo senso potrebbe danneggiare le relazioni aeree perché, se le tariffe si abbassano, la competitività del treno aumenta.

Un giudizio di questa collaborazione tra Alitalia e Deutschebahn?

Bisognerebbe vedere prima bene i numeri, perché per ora sembra che si tratti solo dell’emissione di biglietti congiunti. Alitalia ha poi un ruolo molto piccolo in Germania, quindi avranno una biglietteria congiunta, ma niente più di questo. Poi, per principio, è sempre meglio diffidare di due monopolisti che parlano di alleanze, e spero che l’Antitrust tenga un occhio ben aperto sulla questione, perché bisogna sempre vedere se queste operazioni vanno a vantaggio dei viaggiatori oppure no.

 

 (Claudio Perlini)