Roma. Un pacco bomba è stato rinvenuto sotto un’automobile, di proprietà di un imprenditore, parcheggiata in via Ajaccio, vicino all’Università Luiss. Una volta aperto, i carabinieri hanno potuto constatare che l’ordigno rudimentale era composto da candelotti di gelatina, collegati a un innesco e a un detonatore, inseriti poi in due scatole per scarpe. Sembra anche che qualche passante inconsapevole abbia addirittura spostato in più occasioni il pacco perché d’intralcio sul marciapiede, quindi è ancora da chiarire chi fosse il reale destinatario dell’ordigno. Un gommista della zona, che ha poi avvertito le Forze dell’Ordine, racconta che «questa mattina il proprietario dell’auto ha notato il pacco ed ha chiamato il macellaio per farsi aiutare a spostarlo. Pensavano fosse una consegna per me, forse da qualche fornitore e quindi hanno messo la scatola davanti alla mia officina. Non aspettavo pacchi da nessuno, ma soprattutto non mi fidavo di quei fili che uscivano dalla scatola collegati ad un marchingegno, così ho chiamato i carabinieri». Gli artificieri hanno così messo in sicurezza la zona e fatto brillare il pacco, e adesso gli agenti dovranno capire chi si nasconde dietro questo gesto e quali fossero i reali intenti. Resta comunque il fatto che ancora una volta nella capitale è stata sfiorata una tragedia, e ancora attraverso azioni che richiamano sempre più a quelle di una vera e propria criminalità organizzata. Gli ultimi omicidi risalgono al 22 novembre scorso, quando a Ostia, sul litorale romano, due persone hanno perso la vita dopo essere state raggiunte da vari colpi di pistola in pieno giorno, intorno alle 17, e in strada, in via Antonio Forni. Gli agenti del commissariato di Ostia, i primi a intervenire sul posto, hanno trovato riversi in strada i corpi di Francesco Antonini e Giovanni Galleoni, entrambi tra i 35 e i 40 anni, pregiudicati e considerati i boss della zona. Uno dei due al momento del ritrovamento era già morto in via del Sommergibile, mentre l’altro, trovato in condizioni gravissime in via Forni, è stato immediatamente trasportato all’ospedale Grassi di Ostia, ma ha perso la vita durante il viaggio in ambulanza. Poco tempo fa è rimasto gravemente ferito un romano di 30 anni con precedenti per vari reati, raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco al collo e all’addome mentre si trovava in auto con la fidanzata, proprio come Flavio Simmi, probabilmente il caso più eclatante, ucciso nell’elegante quartiere Prati l’estate scorsa, in pieno giorno. A Tor Bella Monaca, il 10 settembre, due uomini spararono contro un pregiudicato che stava parcheggiando l’automobile, ferendo una bambina di dieci anni con i frammenti del vetro andato in frantumi. Appena due giorni prima, nello stesso quartiere, un uomo a bordo di uno scooter aveva aperto il fuoco contro un ragazzo di 21 anni. Infine, il 23 agosto scorso, a Morena ha perso la vita Edoardo Sforna, 18 anni, fattorino della pizzeria di zona e volontario della Croce Rossa, freddato con quattro colpi di pistola in petto.
Dall’inizio dell’anno sono 33 le persone uccise nella capitale, molte delle quali a seguito di agguati avvenuti in strada. Anche il sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno si dice preoccupato sul rischio dell’arrivo «della grande criminalità di stampo mafioso», partendo dal fenomeno delle bande territoriali che, commenta il primo cittadino, «’hanno un contatto diretto con la grande criminalità organizzata, che rifornisce la droga. Ora c’è il rischio che le due componenti entrino in contatto e cerchino una legittimazione, come avvenne per la Banda della Magliana. Se avviene questo contatto avremo il problema di una criminalità di stampo mafioso a Roma». Alemanno chiarisce anche la posizione del Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, secondo cui «ci troviamo ancora di fronte ad una guerra tra bande criminali che si contendono lo spaccio della droga. Io temo – continua Alemanno- che questa guerra non sia fisiologica, ma qualcosa di più. Nel senso che ci sia una volontà di affermarsi nel territorio stabilendo un’egemonia e di creare un contatto stabile con la criminalità organizzata, che ha già comprato pezzi di economia romana e che finora si è limitata ad investire». Commentiamo queste dichiarazioni e gli ultimi episodi di cronaca insieme al noto criminologo Francesco Bruno, intervistato da IlSussidiario.net: «A Roma sta avvenendo un aumento preoccupante di episodi criminali che stanno andando oltre la normale frequenza con cui avvengono solitamente. Questo, date anche le caratteristiche con cui avvengono, come quest’ultimo del pacco bomba rinvenuto sotto l’automobile dell’imprenditore, fa pensare a continue e ripetute minacce, che potrebbero anche essere legate tra loro. E’ come se forze criminali differenti si stiano sfidando per conquistare un’egemonia sul territorio e, tra i vari gruppi che si stanno contendendo il malaffare, o parte di questo, ce n’è qualcuno che si sta legando ad organizzazioni più importanti per dominare la città e usarla per scopi più ambiziosi della semplice rapina. E’ in atto quindi una sorta di regolamento di conti generale per cercare di arrivare alla conquista del territorio. Non si tratta di un’emergenza sicurezza, perché in quel caso il cittadino ha paura di uscire di casa di sera e di essere aggredito mentre cammina per strada, ma questo riguarda più che altro la microcriminalità. In questo caso si tratta di gruppi molto più organizzati che tentano di prendere il potere sulla città o su parte di essa, ma non sono semplici bande criminali che si affrontano, perché ce n’è una più forte che sta prendendo il soppravvento, e il sindaco fa bene ad avere paura di un’infiltrazione mafiosa».
(Claudio Perlini)