C’era grande fiducia intorno al nome di Nerio Alessandri. Il patron di Technogym era l’ultimo nome, in ordine cronologico, su cui si era puntato per la presidenza del Comitato promotore per Roma 2020. Ma dopo aver fatto attendere più del previsto, Alessandri ha sciolto la riserva e ha gentilmente rifiutato l’incarico.
«L’impegno a tempo pieno richiesto per il comitato promotore – ha spiegato – non è compatibile con i progetti di sviluppo della mia azienda». E ha ringraziato per la fiducia espressagli sia il Comune e il governo. Non una parola invece nei confronti del Coni. Il mancato feeling con il presidente Gianni Petrucci potrebbe essere alla base del rifiuto di Alessandri, anche in considerazione del fatto che la designazione del direttore generale del Comitato è di competenza proprio del Comitato olimpico italiano.
Alessandri non avrebbe dunque voluto lavorare a stretto contatto con un uomo di Petrucci, afferma la Gazzetta dello Sport, e le trattative si sarebbero arenate su questo punto.
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Una bella gatta da pelare per Coni e Campidoglio, soprattutto in relazione al fatto che il sindaco Alemanno ha annunciato che il 23 febbraio, nel corso degli Stati generali della città di Roma, annuncerà la composizione definitiva del Comitato. Quello di Alessandri è l’ennesimo passo indietro, dopo che nelle scorse settimane avevano detto no anche Gianni Letta, John Elkann e Alessandro Benetton.
Al 23 febbraio manca meno di una settimana. La definizione di un organigramma chiaro per il comitato promotore rischia di slittare ulteriormente.