Blitz della guardia di Finanza nella sede dell’Atac di via Prenestina. Non ha pace l’azienda municipalizzata, già investita pesantemente nelle scorse settimane dal caso parentopoli.
Le fiamme gialle indagano su una presunta truffa dal valore milionario relativa a biglietti falsi. Una vera e propria biglietteria alternativa, dotata di software in grado di rendere riconoscibili i titoli di viaggio ai tornelli delle stazioni, il cui incasso sarebbe finito direttamente nelle tasche degli estensori del raggiro. E, a proposito di tornelli, un fascicolo sarebbe stato aperto anche sull’istallazione mai avvenuta degli apparecchi sugli autobus.
Il dossier sarebbe stato aperto dal sostituto procuratore Pietro Giordano, e verterebbe intorno a due capi d’accusa: falso e truffa.
Bigliettopoli, come già in molti definiscono il caso, potrebbe avere un’eco vastissima. Gli inquirenti stanno infatti vagliando i titoli di viaggio emessi a partire dal 2003 fino al 2009.
I biglietti hanno tre tipi di controllo: il codice a barre, il numero di serie e, dall’anno scorso, l’ologramma.
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La contraffazione di quest’ultimo risulta essere estremamente complicata; per questo le indagini per ora escludono il 2010 dagli anni oggetto di accertamento, ma nulla esclude che la finestra temporale si possa in seguito ampliare.
Per ora l’azienda risulterebbe parte lesa nella vicenda, ma i primi accertamenti avrebbero fatto emergere che parte dei titoli contraffatti passavano regolarmente ai tornelli perché il sistema di gestione centrale era tarato su un livello di controllo minimo. La posizione dei massimi vertici dell’azienda potrebbe dunque essere messa in discussione.
Bigliettopoli potrebbe essere tra i motivi che hanno contribuito all’aumento del deficit dell’azienda negli ultimi anni, oggi stimato intorno ai 120 milioni di euro.