Sembra ormai cosa fatta per la presidenza del Comitato promotore per Roma 2020. A guidare la delegazione italiana nella dura battaglia olimpica sarà con tutta probabilità il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo.
Ieri mattina l’ex leader di Confindustria ha incontrato Gianni Letta.

Il sottosegretario, che si è defilato dalla guida dello stesso Comitato e che con tutta probabilità ne assumerà la presidenza onoraria, ha ascoltato Montezemolo, ed è riuscito a tranquillizzarlo su tutti i punti sui quali l’industriale ha chiesto rassicurazioni.
Le condizioni del presidente della Ferrari sono comprensibili: Montezemolo vuole che sul suo nome l’intesa sia bipartisan, che il sostegno del governo alla candidatura di Roma sia reale e concreto e che ci siano i fondi adeguati per sostenere economicamente la gigantesca operazione di marketing necessaria a centrare l’obiettivo.



Nessuna reazione per ora da parte del mondo della politica, fatta eccezione per il sì da parte dell’Api di Francesco Rutelli e dell’ex presidente della provincia di Roma Gasbarra. Mentre è il mondo dello sport quello ad aver recepito con maggiore attenzione e favore la candidatura di Montezemolo.

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«Con lui le nostre chances crescerebbero», ha commentato in presidente del Coni Gianni Petrucci, che invece non aveva gradito il nome di Nerio Alessandri, patron della Technogym, mentre Thomas Bach, vicepresidente del Comitato olimpico internazionale ha affermato che, a suo avviso, il candidato in «è un leader credibile a livello sportivo mondiale».

 

«Sono pronto ad accettare» avrebbe detto Montezemolo a Gianni Letta. L’ufficialità arriverà mercoledì, durante gli Stati generali della città. Per il ruolo di direttore generale parte in pole position Ernesto Albanese, ex di Coni Servizi, oggi nel gruppo Ligresti.