È senza dubbio ambizioso l’obiettivo dei cosiddetti Stati Generali che si terranno nei prossimi giorni. Costruire una Città è un opera impegnativa, suggestiva. Costruire (o meglio, ricostruire) Roma, è una sfida talmente sfacciata da essere incredibilmente affascinante. Pensare tutti insieme la Roma dei prossimi decenni, e forse dei prossimi secoli. Potersi ricavare uno spazio (modesto) nella storia, guardare lontano, arrampicandosi letteralmente sulle spalle dei giganti della storia, della scienza, dell’arte.
Bene, sì. Vogliamo esserci. Accettiamo la sfida, forse con un pizzico di ingenuità che può farla diventare veramente esaltante.
Allora pensiamo alla Roma del futuro. Alle sue basi, alle fondamenta. Nessun dubbio. La Città eterna nelle sue nuove fondamenta non può che porre la sua componente più forte. Sarà la Persona al centro della Città del futuro. Come è stato sempre. Sarà il singolo, l’individuo, con il suo cuore, con i suoi valori, con il suo intelletto, il centro intorno al quale costruire una grande Città.
I valori secolari, cristiani. La solidarietà, l’amore per il prossimo. Eccolo il cardine della Città del futuro. Questo l’elemento in più che Roma ha e può avere, sempre più forte. Non c’è Città al mondo che può vantare un motore ed un collante più straordinario.
Ma occorre prima rispolverarlo e tirarlo a lucido. Gli ultimi decenni, infatti, hanno certamente offuscato i valori secolari della nostra Città. I ritmi frenetici, le contrapposizioni politiche, culturali, (aimè) razziali, hanno fatto un po’ smarrire la via. Allora è forse questa una grande opportunità. Riscopriamo e mettiamo l’uomo, la persona al centro dei grandi progetti di sviluppo. Tiriamo fuori il meglio da ogni singolo romano: sarà un contributo straordinario nella sua diversità.
PERSONA, FAMIGLIA E RIQUALIFICAZIONE URBANA, CLICCA SULLA FRECCIA PER CONTINUARE A LEGGERE
Certo per mettere nuovamente la persona, ed i suoi valori, al centro del sistema, il lavoro che c’è da fare non è di poco conto. Occorre, senza dubbio, pensare una profonda riqualificazione urbana, inventando risorse nuove, magari moltiplicando e favorendo gli apporti dei privati. “Riqualificare” significa appunto restituire il ruolo socializzante alle piazze ai quartieri storici, recuperare la loro anima, il loro cuore. Si potrà così favorire, anche materialmente, l’incontro per sostituirlo allo scontro. Per questo la riqualificazione, il miglioramento degli standard di vita, dei servizi pubblici, è elemento propedeutico per poter rispolverare i nostri grandi, costruendo una grande comunità, dove l’uno si arricchisca con il contributo dell’altro.
Allora riqualificazione urbana, razionalizzazione urbanistica e miglioramento dei servizi con particolare attenzione alle categorie più deboli, agli anziani, che possono darci tantissimo, insegnarci arti, mestieri, trasmetterci sapienza e giudizio. Recuperare quella capacità propria delle famiglie romane di trasmettere le proprie capacità, esperienze da una generazione all’altra. Le secolari imprese familiari, capaci di innovarsi nella tradizione di costruire quella rete di socialità, di distribuire ricchezza.
Solo la Famiglia può rappresentare, in altri termini, la vera grande alternativa alla burocrazia statalista. Anzi, mutuando alcuni esempi di successo, la Roma che verrà, avrà nella Famiglia il suo interlocutore più vicino, fidato, efficiente, per raggiungere quei risultati che lo Stato da solo nemmeno può immaginarsi.
Coadiuvare, assistere questa immensa risorsa sociale, questo straordinario sistema di sussidiarietà automatico ed inintenzionale. Coniugare il moderno pensiero liberale con i principi cattolici e cristiani. Questa è probabilmente la strada su cui proseguire la nostra grande avventura per dargli forza, per restituirgli coraggio. L’individuo e la famiglia sono certamente gli elementi propulsivi di un qualsiasi progetto di riqualificazione, ammodernamento, miglioramento della Roma del futuro.
Guardiamo avanti, sapendo da dove veniamo. «Civis romanus sum».