La due giorni degli Stati generali si è conclusa con gli interventi di esponenti del mondo della politica, del sindacato e dell’impresa. Nomi “pesanti”, come quelli di Giulio Tremonti, di Gianni Letta. Ma anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni e la presidentessa di Confindustria Emma Marcegaglia hanno partecipato ad un dibattito che, se si fotografano nomi e ruoli istituzionali che si sono alternati sul palco dell’Eur, restituisce l’immagine di un Paese che sceglie la strada del dialogo e della concertazione come via programmatica per guardare al futuro. Nei prossimi mesi si capirà se è un’utopia o una strada realmente percorribile. Di concreto oggi ci sono i progetti per Roma Capitale, vero motore trainante di questi Stati generali di una città che si rinnova.
Marco Pomarici è il presidente del Consiglio comunale. La più alta carica istituzionale della città, colui che presiede il parlamentino dell’aula Giulio Cesare. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione.
Presidente, duecentoventicinque progetti presentati, un centinaio di relatori, la sala sempre piena. Una due giorni di incontri e dibattiti. Stati Generali missione compiuta?
Penso proprio di sì; in questi due giorni al Palazzo dei Congressi si sono susseguiti relatori di altissimo livello provenienti dalla società civile, dal mondo dell’imprenditoria, della sanità, dello sport, dai sindacati. Sono stati presentati quattordici progetti a medio e lungo termine che definiranno il nuovo volto di Roma, anche, ma non solo, in prospettiva del sogno olimpico del 2020.
Qual è il bilancio per la città? C’è chi dice che spendere mezzo milione di euro per questa “vetrina” sia stato uno spreco. È d’accordo?
Non sono al corrente di cifre. Posso dire però che hanno concorso numerosi sponsor tra cui tre banche; inoltre non ho visto fronzoli né fasto superfluo considerando anche che il supporto tecnico di video e plastici era propedeutico all’illustrazione dei progetti.
Siamo rimasti colpiti dal progetto della “Roma policentrica”, che cambierebbe il volto delle periferie della Capitale. Ma è un progetto realizzabile? Non tutti i quartieri sono come Tor Bella Monaca…
Il progetto ha colpito anche me soprattutto per quel che concerne la riqualificazione delle periferie e la rinnovata importanza che viene conferita ai giovani e alle arti. Sono certo che questa parte del progetto potrà consentire a molti talenti di esprimere tutto il loro potenziale. Quanto alla fattività della realizzazione preferisco però non entrare nel merito non avendone la competenza.
Il restauro del Colosseo è una delle operazioni d’immagine meglio riuscite da parte dell’amministrazione. È a costo zero per la città?
Colgo l’occasione per ringraziare Diego Della Valle, per l’importantissimo contributo dato ad uno dei patrimoni dell’umanità. Le modalità del finanziamento si sono attenute scrupolosamente al Dlgs 42/2004- art. 120 dei Codici dei Beni Culturali. Mi auguro anzi che il suo esempio faccia da volano ad iniziative come questa che hanno portato alla città enormi benefici a costi zero.
Dal cardinal Vallini è arrivato un invito a non trattare i problemi sociali solo sull’onda delle “emergenze”. Cosa è stato fatto e cosa si può fare per aiutare le fasce più deboli della popolazione romana?
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Il sociale è un tema talmente sentito che è giunto perfino un alto intervento del Santo Padre; un tema che richiede monitoraggio continuo, collaborazione interistituzionale e, possibilmente, non strumentalizzazioni. Purtroppo la portata di alcuni fenomeni è talmente vasta che esistono situazioni drammatiche difficilmente controllabili. A Roma è stato recentemente chiuso il più grande campo nomadi d’Europa: il Casilino 900; occorre proseguire su questa strada fatta di interventi concreti a garanzia dei diritti fondamentali e inviolabili di ognuno.
È stato presentato il comitato promotore per la candidatura olimpica di Roma. Alla fine tutte le personalità che avevano rifiutato la presidenza hanno accettato di venir coinvolte. Come valuta la lista presentata dal sindaco Alemanno?
L’assegnazione dell’evento sportivo più prestigioso che esista, ovvero i Giochi Olimpici, si ottiene solamente coagulando attorno ad un progetto serio tutte le anime di un paese. Le divisioni, le polemiche e le gelosie sono i nemici principali da scongiurare. Siamo partiti con il piede giusto riuscendo a coinvolgere profili di altissimo livello partendo dal Presidente Mario Pescante, un uomo di sport, di esperienza, profondo conoscitore di tutti i complessi meccanismi che regolano queste partite.
Molte della chances di successo di Roma per le Olimpiadi del 2020 dipendono anche dal raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino. Ma ieri su questo progetto non sono mancate le polemiche tra Alitalia e Ferrovie… Si sono toccati molti temi, messe in gioco tante eccellenze. Domani, usciti dal Palazzo dei Congressi, da dove occorre iniziare?
Vale lo stesso discorso fatto per le Olimpiadi; non si percorre molta strada marciando divisi. Sicuramente il progetto di Fiumicino 2 è fondamentale per una metropoli del livello di Roma così come l’Alta Velocità ferroviaria. Entrambi i compartimenti sono nevralgici e non devono essere concorrenti; auspico quindi un tavolo di confronto in grado di giungere a soluzioni condivise.
Ora bisognerà passare all’approvazione di molti dei progetti presentati. Lo spirito propositivo di questi giorni potrà durare anche dopo la fine degli Stati Generali?
Me lo auguro; i presupposti ci sono tutti. Nei prossimi mesi partirà, per ogni progetto, l’iter amministrativo che approderà, come è previsto, in Assemblea Capitolina che sarà quindi, come espressione della cittadinanza romana crocevia di ogni provvedimento.
(Lorenzo Biondi, Pietro Salvatori)